Altro che privacy: molti svenderebbero i propri dati in cambio di denaro

Secondo una ricerca di Kaspersky Lab, un terzo degli utenti darebbe accesso ai propri dati in cambio di denaro.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Avere una privacy totale nel mondo digitale è impossibile per più della metà degli utenti di Internet (56% a livello globale, 63,5% in Italia). Partendo da questo presupposto, sono sempre di più gli utenti disposti a dare accesso ai propri dati personali in cambio di denaro. Gli esperti di Kaspersky Lab allertano: i vantaggi a breve termine che si ottengono hanno costi e conseguenze potenzialmente rilevanti.

È il quadro generale che emerge da una ricerca condotta da Kasperky Lab sulla condivisione dei dati online. Le conseguenze associate all’uso improprio dei dati personali in mani sbagliate sono note. Tuttavia una persona su cinque (18%) è disposta a sacrificare la propria privacy in cambio di denaro o di qualcosa di gratuito. La percentuale per l’Italia sale al 29%.

Più di un terzo degli intervistati è disposto a dare ad uno sconosciuto l’accesso totale ai propri dati in cambio di denaro. A quali conseguenze si va incontro? Per farsene un'idea basta dare occhiata a casi di cronaca recente. Inoltre, sempre più aziende setacciano i social network per verificare la rispettabilità dello staff e dei potenziali candidati. Secondo Career Builder, il 57% dei datori di lavoro non ha assunto un candidato per quanto visto sui social. Il 34% avrebbe rimproverato o licenziato un dipendente a causa dei contenuti condivisi online.

Ci sono anche conseguenze meno dirette, ma comunque fastidiose. Il 26% degli intervistati ha notato un accesso ai propri dati personali da parte di sconosciuti a cui non ha accordato alcun consenso. Questo è stato motivo di stress, di perdite economiche, e della ricezione di messaggi di spam e pubblicità.

Sul fronte della protezione, il 64% degli italiani interpellati protegge i propri device tramite password. Un terzo controlla e cambia regolarmente le impostazioni della privacy sui propri dispositivi. Il 17% copre la webcam per proteggere la propria privacy. Un uomo su cinque (21%) crittografa i propri dati, solo una donna su dieci (11%) fa altrettanto.
Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab, commenta che “non c’è bisogno di usare l’immaginazione per capire come i dati personali possano essere usati in modo improprio. Oppure essere utilizzati contro gli stessi utenti, in diversi contesti e per diverse ragioni. Con alcuni accorgimenti si può impedire la compromissione dei dati e della persona stessa. Ad esempio con una buona conoscenza delle norme della “digital hygiene”. Con la consapevolezza dell’importanza della propria privacy online e la conoscenza degli strumenti di difesa. La privacy dei dati dovrebbe essere perseguita da chiunque. I segreti dovrebbero rimanere al sicuro e la perdita dei dati non dovrebbe essere qualcosa di possibile, ma un'eccezione”.

Per evitare problemi, Kaspersky Lab consiglia di riflettere prima di postare informazioni o contenuti sui social media. Non condividere le password dei propri account online, neanche con familiari o amici. Non condividere o permettere l’accesso ad informazioni private a terze parti. Scaricare solo applicazioni legittime per archiviare e proteggere i propri dati sensibili. In ultimo, utilizzare soluzioni di sicurezza affidabili per la protezione completa da una vasta gamma di minacce informatiche.

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