Il machine learning e il
cloud mal configurato prestano il fianco a nuovi pericolosi attacchi. Il dato è incluso nel
Threat Report 2020 di Sophos, che fa il punto sullo scenario delle minacce informatiche. Esaminando i cambiamenti intercorsi negli attacchi informatici degli ultimi 12 mesi, emergono le nuove tendenze della sicurezza IT per il 2020.
Rispetto alle tendenze precedenti, una delle novità riguarda gli
errori di configurazione del cloud. Errori che si convertono in vulnerabilità pericolose. Non è la prima volta che si puntano i riflettori sulla sicurezza cloud. Non è quindi una novità che
errori di configurazione e mancanza di visibilità mettono a rischio gli ambienti cloud. La maggior parte degli ambienti cloud è ibrido, con sistemi e dati distribuiti tra aziende e data center dei cloud provider. Basta un anello debole nella catena per diventare un bersaglio per i cybercriminali.
L'altro problema riguarda il machine learning, nato
per sconfiggere il malware. Ironia della sorte, si trova sotto attacco. L’analisi ha evidenziato come il machine learning possa essere compromesso e sfruttato per generare contenuti fake estremamente credibili. E come possa
alimentare attacchi basati sul social engineering. Resta il fatto che gli esperti di sicurezza sfruttano questa tecnologia per rilevare email e URL maligni. Questo innesca un gioco del gatto con il topo che non conoscerà tregua.
L'analisi di Sphos include poi elementi noti e scontati. Ad esempio i
ransomware, mirati a causare il massimo danno nel minor tempo possibile, e le
app malevole. Sono in uamento in particolare, quelle “fleeceware”, che hanno l'obiettivo di spennare (to fleece) gli utenti in cambio di funzionalità gratuite o a prezzi stracciati. Non mancano poi gli attacchi adware, vero e proprio vettore per la diffusione e l’esecuzione di malware
Il pericolo maggiore che emerge dal Threat Report 2020 è
il rischio di non notare l’attività dei cybercriminali. Spesso gli attacchi sono subdoli, e ripartiti fra milioni di obiettivi. Quelli ai danni dell'IoT spesso non vengono scoperti se non con ampio ritardo. Lo stesso vale per quelli dal Remote Desktop Protocol (RDP) e tramite Attacchi Attivi Automatici (AAA).
È in questi casi che a livello aziendale si rivelano indispensabili gli strumenti di
monitoraggio e prevenzione. John Shier, senior security advisor di Sophos, spiega che “la velocità e l’ampiezza di questi cambiamenti è rapida e imprevedibile. I nostri avversari stanno diventando sempre più abili nello sfruttare gli errori. Nascondono la propria attività criminale. Eludono le tecnologie di rilevamento e protezione, in cloud, sfruttando App e all’interno delle reti. Threat Report 2020 vuole essere una sorta di mappa in grado di supportare i responsabili della sicurezza IT nel comprendere ciò che si troveranno ad affrontare”
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