SonicWall chiude il bug RCE che metteva a rischio 800.000 VPN

Quella della vulnerabilità CVE-2020-5135 è stata una patch tribolata, ma ieri finalmente la falla è stata definitivamente chiusa. Il nuovo upgrade dev’essere installato.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Dopo otto mesi di attesa, SonicWall ha finalmente chiuso in maniera definitiva il bug RCE monitorato come CVE-2020-5135. Scoperta a ottobre, si tratta di una falla del sistema operativo SonicOS presente su quasi 800.000 prodotti. Se sfruttata può causare un Denial-of-Service e crash dei dispositivi.  
 
Riavvolgendo il nastro, quello che è accaduto è che a fine settembre i ricercatori per la sicurezza di Tripwire VERT e di Positive Technologies hanno scoperto questa vulnerabilità che affligge tutti i dispositivi che hanno installato le seguenti release del sistema operativo SonicOS: 6.5.4.7-79n e precedenti, 6.5.1.11-4n e antecedenti, 6.0.5.3-93o e precedenti, 6.5.4.4-44v-21-794 e antecedenti e SonicOS 7.0.0.0-1.  
 
Hanno diffuso i dettagli solo dopo che SonicWall ha pubblicato la patch, a metà ottobre 2020. In un primo momento sembrava che tutto fosse risolto. Tuttavia, analizzando le patch che correggeva una vulnerabilità di buffer overflow basato su stack nel SonicWall Network Security Appliance (NSA), i ricercatori di Tripwire hanno trovato dei problemi che inficiavano la totale efficacia della correzione di sicurezza 
Craig Young del Vulnerability and Exposures Research Team (VERT) di Tripwire ha affermato in un report recente che la patch iniziale era "pasticciata" e che necessitava di una "correzione a una o due linee [di codice]" per essere risolutiva. 
 

Che cos’è andato storto 

 
Young e l’analista di Positive Technologies Nikita Abramov hanno individuato la falla all'interno del servizio HTTP/HTTPS utilizzato per la gestione dei prodotti e l'accesso remoto VPN SSL. Con un exploit non particolarmente difficile da realizzare, un attaccante avrebbe potuto attivare una condizione DoS (Denial of Service) persistente utilizzando una richiesta HTTP non autenticata.  
 
Il 14 ottobre è arrivata la patch e Young ha testato una VPN SonicWall su Microsoft Azure per verificarne l’efficacia. Ha scoperto che l'exploit proof-of-concept che aveva ideato funzionava ancora. Non si verificava più il crash di sistema, tuttavia si otteneva un flusso di dati binari che poteva essere sfruttato per un attacco. 
 
Insomma la situazione era migliorata, ma la correzione era incompleta. Le prove di questa nuova scoperta sono state notificate al PSIRT di SonicWall il 6 ottobre: la patch definitiva è arrivata il 22 giugno. Chi ricorda di avere già installato la patch per la vulnerabilità CVE-2020-5135 è nel giusto, tuttavia farà bene a scaricare il nuovo upgrade, vista l’efficacia solo parziale della correzione di ottobre. 

Visualizza la versione completa sul sito

Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, acconsenti all’uso dei cookie.