Un criminale informatico che si fa chiamare
GOD User TomLiner ha messo in vendita sul forum di hacker RaidForums
oltre 700 milioni di record LinkedIn. Per dimostrare la bontà dei dati in vendita ha reso consultabile a titolo gratuito un campione con un milione di record.
Dopo averlo analizzato, i ricercatori per la sicurezza di Privacy Sharks hanno stabilito che contiene nomi completi, sesso, indirizzi email, numeri di telefono e informazioni sul settore. Il giallo è la fonte di queste informazioni.
LinkedIn nega che si sia verificato un data breach: in una nota ufficiale, sottolinea che "
non si è trattato di una violazione dei dati di LinkedIn. La nostra indagine ha stabilito che non sono stati esposti dati privati degli iscritti".
A chiarire l'accaduto ci ha pensato il sito
RestorePrivacy, che ha avuto conferma direttamente dal criminale informatico circa il fatto che le informazioni sono state raccolte
abusando dell'API ufficiale di LinkedIn per scaricare i dati. Un'azione condannata dal gestore del social, in quanto viola i Termini di servizio. Il guaio è che, in barba ai tali termini, è stato possibile entrare in possesso e mettere in vendita i dati di
oltre il 92% del totale degli utenti LinkedIn.
In questo momento è da ritenere che i 700 milioni di utenti coinvolti siano a rischio di attività criminali quali
furti di identità, phishing, attacchi di social engineering e di dirottamento degli account.La triste constatazione è che non è la prima volta che si verifica un problema simile. Ad aprile 2021 finirono in vendita sul dark web i dati di
500 milioni di utenti LinkedIn. Anche in quel caso non furono rilevati data breach. Non è da escludere l'ipotesi, non confermata, che l'attuale database in vendita sia un ampliamento di quello dell'episodio precedente.