Il Presidente americano Biden ha chiesto al Presidente russo Putin di
bloccare i gruppi ransomware che operano all'interno dei confini russi. La telefonata intercorsa fra i due è stata innescata dall'ondata di attacchi informatici che ha colpito gli Stati Uniti e altri Paesi in tutto il mondo, di cui l'ultimo in ordine di tempo è quello del
gruppo ransomware REvil ai danni della supply chain di Kaseya.
Una
nota della Casa Bianca riferisce che gli Stati Uniti adotteranno tutte le misure necessarie per difendere la popolazione e le infrastrutture critiche da questi attacchi. "Gli ho detto molto chiaramente che gli Stati Uniti si aspettano che [i russi, ndr]
agiscano sui colpevoli quando un'operazione ransomware proviene dal suolo russo, anche se non è sponsorizzata dalla Russia, se diamo loro informazioni sufficienti" ha rimarcato Biden, ribadendo una posizione
già espressa nel corso dell'ultimo G7.
Biden ha altresì aggiunto di avere creato un canale di comunicazione sempre aperto per trasmettere eventuali informazioni su attacchi in corso. La collaborazione di Putin è gradita, qualora non arrivasse gli Stati Uniti si attiveranno comunque per contrastare i gruppi ransomware. In quest'ottica, tutte le aziende statunitensi sono state esortate a non prendere alla leggera il rischio di attacchi ransomware.
Ovviamente una condivisione delle informazioni sugli attacchi sarebbe d'aiuto per contrastare il cyber crime e aiutare a risalire ai colpevoli. La reazione di Biden è comprensibile, dopo i gravi episodi che hanno visto coinvolte
Colonial Pipeline e
JBS. Non ci sono prove che gli attacchi siano stati commissionati dalla Russia. Tuttavia, è noto che i gruppi criminali che le hanno perpetrate siano di origine russa. Da qui la richiesta esplicita a Putin di scendere in campo, perché è diffuso il sospetto che i criminali operanti sul suolo russo non vengano arrestati, a meno che non arrechino danno al loro stesso Paese.
Una sorta di compromesso fra il Governo e il cyber crime che l'Occidente non è più disposto a tollerare e che sta creando forti tensioni nel quadro geopolitico internazionale.