Si parla spesso delle cyber minacce ai danni del
settore finanziario. L'argomento è complesso, ed è difficile raffigurarsi uno scenario di reale rischio, al di là degli investitori di Borsa e degli
istituti di credito. Un racconto diffuso dagli esperti di sicurezza del
Check Point Incidence Response Team lo chiarisce.
Immaginate di essere proprietari di una startup e di aspettare un
finanziamento da un milione di dollari, che non arriva sul conto corrente. Oppure di essere a capo di una società di investimenti. Siete convinti di aver collegato i fondi di investimento a una delle startup del vostro portafoglio. Peccato che i fondi non siano mai apparsi dove avrebbero dovuto essere.
Non è un nuovo capitolo della saga cinematografica Now You See Me. Sono casi realmente accaduti. Una società cinese di investimenti è stata allertata dalla banca per un problema con una delle sue recenti transazioni. Una startup israeliana si è accorta di non aver ricevuto il finanziamento da un milione di dollari da una società di Venture Capital. I casi si sono verificati a distanza di pochi giorni. In entrambi i casi, i responsabili si sono attaccati al telefono e hanno scoperto che i loro soldi erano stati rubati.
Solo dopo questa doccia fredda le vittime sono andate alla ricerca di indizi. Hanno notato che alcune delle loro e-mail erano state modificate, alcune non erano nemmeno state scritte da loro. È a questo punto che l'amministratore delegato della startup israeliana ha contattato Check Point software per indagare.
Gli esperti hanno scoperto che un cyber criminale aveva dapprima
compromesso i server e-mail, e registrato due domini falsi, imitando quelli delle aziende coinvolte. Di fatto ha assunto la posizione di
intermediario tra gli interlocutori. Ogni e-mail inviata da ciascuna delle parti veniva dirottata all’intermediario. Questo ne rivedeva il contenuto, modificava quello che riteneva opportuno, poi la inoltrava al destinatario originale, tramite il dominio falso.
A questo punto è stato facile inviare i suoi dati bancari a chi doveva pagare. Non prima di avere disdetto l’incontro di persona tra i rappresentanti delle due aziende truffate. Epilogo: il truffatore ha incassato la transazione da un milione di dollari con un caro e vecchio
attacco man-in-the-middle.
Nel ricostruire l'accaduto, Check Point è risalita al conto bancario a cui è stata dirottata la transazione. Era registrato in Cina e collegato a un’azienda di Hong Kong ormai chiusa. L'epilogo non è a lieto fine, perché il malloppo è sparito insieme al cyber criminale. Almeno per ora.
Però è una chiara indicazione di come può avvenire una truffa finanziaria. E dà sufficienti elementi per capire come scansarla. Quando si devono effettuare trasferimenti di denaro, bisogna sempre sincerarsi di aggiungere un
secondo livello di verifica. Può essere anche una telefonata a chi deve effettuare o ricevere il denaro.
Il contatto non deve mai avvenire solo via mail. Nelle conversazioni scritte, loghi, domini e dettagli devono essere controllati attentamente a ogni messaggio. Infine, per non restare senza prove in caso qualcosa vada storto, è anche consigliabile conservare i
registri di controllo e di accesso. Contengono prove che possono tornare utili per individuare il truffatore.
Non ultimo, appositi software di sicurezza includono strumenti per identificare i
domini sosia e non cadere in inganno.