Una ricerca traccia il nesso fra lo sfruttamento delle app cloud OneDrive e Google Drive e il download di malware.
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Google Drive e Microsoft OneDrive sono sempre più spesso strumenti per la diffusione di malware. Ad allertare su questo tema è un post sul blog di Atlas VPN, secondo cui nel 2021 gli utenti hanno scaricato il 50% dei documenti malevoli e infettati da malware da Google Drive. Invece, OneDrive ha pesato per il 19% sulla stessa categoria di download. Inoltre, il 37% di tutti i download di malware è da ricondurre a documenti di Office.
A spingere i criminali informatici a sfruttare questi canali è la loro vasta base di utenti, associata a sevizi che sono globalmente riconosciuti come affidabili. Questo fa sì che gli utenti non percepiscano alcuna minaccia in un documento presente su Google Drive o OneDrive, e lo aprano senza adottare alcuna misura prudenziale.
Il fenomeno non è inedito perché da tempo gli addetti ai lavori monitorano la situazione. Nel 2020 il più abusato era OneDrive, a cui fu ricondotto il 34% dei download di file di office compromessi. Il successo di Google Drive ne ha sancito il sorpasso nelle preferenze degli attaccanti. Terzo classificato di questo non lusinghiero podio è un altro prodotto Microsoft, Sharepoint, da cui le vittime hanno scaricato il 15% dei documenti di office dannosi.
I dati si basano sull’edizione gennaio 2022 del report Netskope Threat Lab Cloud and Threat, che esamina i download dannosi dalle piattaforme di condivisione più comuni quali Office 365, Google Docs, e altri.
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È piuttosto semplice per i criminali informatici distribuire documenti dannosi tramite le app cloud. Dopo avere creato i propri account gratuiti, caricano file dannosi e li condividono pubblicamente o con vittime specifiche. A quel punto l'attaccante deve solo attendere che qualcuno apra il file, scaricando il malware sul proprio dispositivo.
Nel primo trimestre del 2020, la percentuale di documenti di office dannosi era pari al 19%. L’avvento della crisi pandemica ha intensificato l’uso delle app cloud, stimolando questa attività a una maggiore diffusione. Ecco, quindi, che nel secondo trimestre del 2020 la percentuale era salita significativamente fino a raggiungere il 46%.
Nel Q3 e Q4 2020 la percentuale di documenti di Office infetti scaricati è scesa rispettivamente al 36% e al 29%. Ma a inizio 2021, con la seconda ondata della pandemia, i download di documenti dannosi hanno raggiunto il 43%.
Dopo un leggero calo al 35% nel Q3 2021, nel Q4 2021 la percentuale di documenti infetti si è stabilizzata al 37%. La semplicità e l'efficacia di tali attacchi hanno fatto sì che i documenti di Office compromessi rappresentassero da soli oltre un terzo di tutti i download di malware.
La soluzione per difendersi da questa insidia c’è ed è di facile applicazione: proteggere le app cloud con l'autenticazione a più fattori e attivare strumenti di monitoraggio preventivi.