A gennaio l’Italia si è classificata terza al mondo per numero di ransomware, a febbraio settima.
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Secondo il più recente report di Trend Micro Research a gennaio l’Italia ha ricevuto il 4,83% di attacchi ransomware ed è preceduta solo da Stati Uniti (31,6%), Francia (5,94%) ed è a parimerito con l’India (4,83%). A febbraio l’Italia è stata colpita dal 3,55% dei ransomware che si sono abbattuti in tutto il mondo ed è preceduta da Stati Uniti (24,81%), Turchia (9,76%), Giappone (8,96%), Russia (5,98%), India (4,63%) e Olanda (3,82%). Per quanto riguarda i malware invece, l’Italia è stato il nono Paese più colpito a gennaio e il settimo a febbraio, con oltre 17 miliardi di attacchi totali (17.707.911) registrati nel bimestre.
Questo estratto dei dati di Trend Micro Research è indicativo sulle capacità del nostro Paese di affrontare, gestire e bloccare le minacce informatiche. I dati, anche se non del tutto collimanti, fanno il paio con quelli esposti pochi giorni fa da Thales, che denunciava che il Belpaese è quarto al mondo per numero di attacchi.
La minima differenza nella detection non ha particolare importanza. L’informazione rilevante è che l’Italia non è né la terza né la quarta potenza mondiale sotto l’aspetto economico. Chi attacca per profitto, quindi, non si muove contro di noi con l’aspettativa di incassare di più rispetto all’attaccare il Regno Unito, per esempio, ma perché sa che sarà più facile andare a segno.
Un argomento spinoso, che era emerso in tutta la sua problematica durante il recente Cyber Talk organizzato proprio da Trend Micro sul tema della Pubblica amministrazione italiana e sicurezza informatica. I numerosi esponenti della PA intervenuti avevano ammesso che nel nostro Paese la crescita nel livello di digitalizzazione non è stato accompagnato da un innalzamento proporzionale dei sistemi di sicurezza e delle competenze, in particolare nella PA. E che i tagli apportati ai bilanci nel corso degli anni hanno creato un gap di competenze, oltre all’arretratezza di strumenti e prodotti, che di fatto impedisce oggi di tenere il passo con il cybercrime.
I rilevamenti della divisione di ricerca di Trend Micro chiudono quindi un cerchio molto stretto e lineare sulla situazione italiana, dove le carenze facilitano l’attività cyber e l’urgenza di interventi strutturali è ai massimi livelli.
Uscendo dai patri confini la situazione è comunque grave. Trend Micro Research segnala che a gennaio il numero totale di ransomware intercettati in tutto il mondo è stato di 785.000, a febbraio di 1.184.000. I settori più colpiti dai ransomware sono il manufacturing, la PA e i servizi finanziari.
Tutti i dati sono estrapolati delle analisi della Smart Protection Network, la rete di intelligence globale di Trend Micro costituita da oltre 250 milioni di sensori. La sua funzione è proprio quella di individuare e analizzare le minacce e aggiornare costantemente il database online relativo agli incidenti cyber. Questa rete blocca una media di 65 miliardi di minacce all’anno, con il record di 94 miliardi di minacce bloccate nel 2021.