A maggio l’Italia resta prima in Europa per attacchi ransomware e malware.
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Continua il trend negativo per l’Italia nel contesto europeo della cybersecurity. Anche a maggio 2022, infatti, il Belpaese risulta primo in Europa per attacchi ransomware e malware. Inoltre, si mantiene nelle prime posizioni degli stati più bersagliati anche a livello globale. I dati emergono delle analisi della Smart Protection Network, la rete di intelligence globale di Trend Micro.
Sul fronte del ransomware, nel mese in analisi Trend Micro ha intercettato complessivamente 1.336.000 attacchi ransomware. Il Paese più bersagliato resta il Nord America, a cui è approdato il 19,82% degli attacchi. Seguono Turchia (12,13%), Giappone (5,81%), Taiwan (5,73%) e India (5,71%). Subito a ridosso della top 5 troviamo appunto l’Italia, che con una percentuale di attacchi subiti del 4,44% è il primo Paese europeo in lista.
La situazione è addirittura peggiore se si passa all’analisi dei malware. Anche qui l’Italia è prima in Europa, ma nel ranking mondiale si inserisce al quinto posto della top 5 dopo Giappone (127.120.942), Stati Uniti (77.384.579), India (24.534.066) e Brasile (22.617.407). I malware intercettati nel nostro Paese a maggio sono stati 17.396.690.
Questi dati devono far riflettere. Il continuo e inarrestabile progresso della digitalizzazione espone tutti gli utenti, privati e aziende di qualsiasi dimensione, a un crescente rischio informatico. Per definizione tutto ciò che è connesso alla Rete è vulnerabile, che sia esso un servizio o un dispositivo. Il fatto che l’Italia sia sul podio pone tutti i cittadini davanti alla realtà della scarsa consapevolezza verso i rischi informatici. Una consapevolezza che deve partire dalla base dell’utenza, perché aziende e istituzioni sono costituite proprio da milioni di singoli utenti che aprono messaggi, condividono contenuti e usano dispositivi, senza comprendere i rischi che ne conseguono.
È di questo che approfittano i cyber criminali, che sono abili, ma comunque mirano al massimo profitto con il minimo sforzo. Altrimenti detto: è più facile colpire aziende pubbliche e private scarsamente difese, piuttosto che l’opposto. Per questo, benché l’Italia non sia la quinta potenza economica mondiale, è costantemente sotto attacco, soprattutto nei settori critici come PA, sanità, tech, manifatturiero e banking.