Le PMI non sono esenti dagli attacchi cyber, anzi: come dimostra il nuovo report OpenText le richieste di riscatto ransomware aumentano considerevolmente, così come gli attacchi di phishing.
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Il malware che bersaglia gli endpoint è in calo, il phishing si riconferma il principale vettore d’infezione, la doppia estorsione continua a far prosperare il ransomware. Sono questi alcuni dei dati principali che emergono dal 2023 OpenText Cybersecurity Threat Report il report di OpenText che analizza le minacce e i rischi per le PMI e il consumer.
Il panorama generale non vede grosse differenze rispetto a quanto noto per tutti i settori: gli attaccanti stanno consolidando le tattiche di attacco tradizionali e in parallelo ne introducono di nuove. Le minacce online continuano a crescere a un ritmo allarmante, quindi la diminuzione del malware per endpoint non dev’essere motivo di sollievo.
Entrando più nel dettaglio, sul fronte malware il calo su base annua del contagio di endpoint si attesta al 16,7%. Molte delle campagne che sono circolate nel periodo di esame erano legate alle tensioni geopolitiche e il settore più a rischio continua ad essere il manifacturing. Il vettore d’infezione principale è il phishing: il traffico di email dannose è aumentato del 16,4% rispetto allo scorso anno e ora rappresenta circa l’8,3% di tutto il traffico. Il secondo vettore d’infezione, in calo, è il protocollo RDP.
A fare più paura resta il ransomware, con una media dei pagamenti che è salita a quasi 200.000 dollari, rispetto ai 70.000 dollari dello scorso anno, e ormai la doppia estorsione da esfiltrazione di dati riguarda l’84% delle campagne. OpenText fa notare che le misure di repressione del ransomware da parte delle forze dell’ordine hanno avuto un discreto successo, ma non sono ancora riuscite ad ottenere un impatto forte sulla minaccia complessiva rappresentata dal ransomware.
Per quanto riguarda la ripartizione geografica, a interessare maggiormente è l’ascesa in classifica di due paesi europei: Paesi Bassi e Germania, che entrano di fatto nella top five dei Paesi più attaccati insieme a Stati Uniti, Cina e Vietnam. Il dettaglio legato alla maggiore incidenza degli attacchi in Europa, come aveva sottolineato Clusit nel suo ultimo rapporto.