Ivanti invita i clienti a installare con urgenza una patch risolutiva per una vulnerabilità critica di Sentry che è già attivamente sfruttata.
Autore: Redazione SecurityOpenLab
Nelle scorse ore Ivanti ha annunciato una patch da installare urgentemente per chiudere una nuova vulnerabilità relativa a Sentry, prodotto ereditato con l’acquisizione di MobileIron. La falla in questione, scoperta dai ricercatori di Mnemonic, è monitorata con la sigla CVE-2023-38035 ed è ritenuta di livello critico (ha un punteggio CVSS di 9.8).
Se adeguatamente sfruttata, questa vulnerabilità consente agli attaccanti non autenticati di accedere alle API del portale di amministrazione esposte sulla porta 8443 e utilizzate da MobileIron Configuration Service (MICS). A questo punto i cyber criminali possono modificare la configurazione, eseguire comandi di sistema o scrivere file su sistemi che eseguono Ivanti Sentry nelle release 9.18 e precedenti.
Sentry funge da gatekeeper per i server ActiveSync aziendali come Microsoft Exchange Server o per le risorse di back-end come i server Sharepoint nelle distribuzioni MobileIron e può anche funzionare come server Kerberos Key Distribution Center Proxy (KKDCP). Nell’advisor ufficiale Ivanti sottolinea che il numero di clienti interessati da questa falla è limitato e che non influisce su altri prodotti o soluzioni Ivanti, come Ivanti EPMM, MobileIron Cloud o Ivanti Neurons per MDM.
La patch è risolutiva per tutte le versioni supportate e per questo motivo il produttore esorta i clienti ad eseguire tempestivamente l'update a una versione supportata, quindi applicare lo script RPM progettato per la loro versione. Tutti i passaggi da seguire per l’aggiornamento sono indicati a questa pagina della Knowledge Base.
Non è la prima volta che Ivanti si trova ad affrontare un’emergenza legata allo sfruttamento di vulnerabilità nei suoi prodotti. Lo scorso aprile un gruppo APT ha abusato di due falle nell’Endpoint Manager Mobile (EPMM) di Ivanti, precedentemente noto come MobileIron Core. Uno di questi, monitorato con la sigla CVE-2023-35078, era un temibile bug zero-day di authentication bypass che è stato sfruttato per violare la rete di un’agenzia governativa norvegese.
Risale a una manciata di giorni fa invece la patch per chiudere due falle critiche di buffer overflow nel software Avalanche per la gestione della mobilità aziendale. Uno sfruttamento avrebbe potuto causare arresti anomali e consentire l’esecuzione di codice da remoto.