Barracuda: sette consigli per difendersi dal ransomware basato su AI

Stando ai risultati dell’ultima ricerca internazionale di Barracuda, il 71% degli intervistati ha subito un attacco ransomware nell’ultimo anno e il 61% ha pagato il riscatto. Ma a destare preoccupazione è anche un altro dato: 6 vittime su 10 sono state colpite ripetutamente.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

Stando ai risultati dell’ultima ricerca internazionale di Barracuda, il 71% degli intervistati ha subito un attacco ransomware nell’ultimo anno e il 61% ha pagato il riscatto. Ma a destare preoccupazione è anche un altro dato: 6 vittime su 10 sono state colpite ripetutamente.

Oggi il ransomware continua a essere la minaccia più grave per le aziende di tutto il mondo e l'intelligenza artificiale non farà altro che aggravare il problema. Gli hacker, ad esempio, possono utilizzare l'AI per automatizzare le attività più onerose in termini di tempo e ottimizzare le procedure, tra cui l'individuazione dei bersagli, la creazione di e-mail di phishing convincenti e l'invio massivo a velocità più elevate.

A ciò si aggiungono strumenti AI che favoriranno le attività ransomware semplificando e velocizzando i processi di scrittura e revisione del codice malevolo. Ciò significa che i criminali informatici potranno anche avvalersi di complici meno esperti per elaborare gli attacchi.

Tuttavia, ci sono anche buone notizie. L'AI può dimostrarsi molto efficace nella prevenzione degli attacchi basati su tale tecnologia. Ecco alcune best practice da osservare:

Con le soluzioni di cybersecurity basate su AI, le aziende possono ridurre i rischi degli attacchi ransomware e minimizzarne l'impatto, utilizzando un approccio multilivello che aiuta le aziende a proteggere reputazione, clienti e bilanci.


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