Botnet pubblicizzata su YouTube scatena attacchi DDoS

Dark_nexus è una nuova botnet che può essere usata per scatenare attacchi DDoS. È tuttora attiva e secondo i ricercatori sfrutta una parte del codice di Mirai.

Autore: Redazione SecurityOpenLab

L'allarme sugli attacchi DDoS annovera da oggi un'idea decisamente originale nella sua malignità. Una nuova botnet, battezzata dark_nexus e pubblicizzata su YouTube, potrebbe essere utilizzata per lanciare attacchi DDoS.

La scoperta è dei ricercatori di Bitdefender, che allertano sul fatto che la minaccia è tuttora operativa. In un momento in cui le reti sono sotto pressione e prossime alla saturazione, l'azione di dark_nexus rischia di rivelarsi un grave pericolo.
Anche perché dark_nexus ha all'attivo nuove caratteristiche e funzionalità che mettono in ombra la maggior parte delle botnet e dei malware IoT visti finora. È progettata per reclutare dispositivi IoT in tutto il mondo, ma può anche eseguire attacchi DDoS sulle infrastrutture prese di mira. L'altro problema che crea è che una volta trasformato un dispositivo IoT in un bot, ne impedisce il riavvio o impone l'esecuzione di una serie di comandi dopo il riavvio.

La paternità di questa micidiale cyber minaccia è attribuita a greek.Helios, un noto autore di botnet che vende servizi DDoS e codice botnet. A usarla potrebbero essere in molti, dato che la sua esistenza non è pubblicizzata solo nel dark web. È promossa su YouTube a prezzi stracciati: 17 euro per 2.500 secondi di tempo di avvio, poco più di 90 euro per l'accesso amministrativo illimitato.  
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Gli esperti di Bitdefender hanno analizzato il codice e ritengono che ricicli una parte del codice di Mirai. I moduli principali di dark_news però sono per lo più originali. Al momento la maggior parte delle vittime è collocata in Corea e si reputa che sia ancora operativa.

In passato una minaccia simile è stata capace di creare molti danni. Liviu Arsene, Global Cybersecurity Researcher di Bitdefender, ricorda che "Mirai ha reso inaccessibili negli USA importanti siti web tra cui Twitter, Amazon e New York Times, a seguito di un attacco condotto contro un'azienda che gestiva parti cruciali dell'infrastruttura di Internet". Nel contesto di oggi il rischio è ancora maggiore perché una rete bot anche di piccole dimensioni può causare seri danni.

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