Ad aprile 2020 si sono registrate
404 milioni di infezioni da malware a livello globale, ovvero oltre 10 milioni di casi al giorno. Il calcolo è dei ricercatori della sicurezza di
Atlas VPN e rende l'idea di quello che sta accadendo sulla scia della pandemia da COVID-19. I dati sono frutto dei rilevamenti delle soluzioni antivirus di Kaspersky. I valori giornalieri hanno oscillato da 10 a 16 milioni di casi al giorno.
La regione più tartassata è stata l'Asia centrale. In Tagikistan il 32,13% dei dispositivi è stato esposto ad attacchi di malware. Nella regione europea le più colpite sono state la Bielorussia e la Russia.
Oltre il 64% degli attacchi ha bersagliato gli istituti scolastici, chiusi per l'emergenza sanitaria. Avevamo già sottolineato in passato che i cyber criminali tendono a prendere di mira le strutture quando non sono in attività. Il periodo in cui di solito le scuole vengono attaccate è l'estate, ma la chiusura per coronavirus ha anticipato i piani e acuito gli attacchi.
Il secondo settore più sofferto è quello delle
imprese e dei servizi professionali. Con oltre 623 mila attacchi, l'industria ha registrato il 9% di tutti i casi. In questo caso ad essere presi di mira sono state
le VPN, i lavoratori in smart working con pressanti campagne di
phishing e i programmi di collaboration, come
Zoom,
Teams e
WebEx.
Altro punto dolente sono stati i beni al dettaglio e di consumo. Hanno dovuto affrontare l'8% di tutti gli attacchi di malware, con quasi 540 mila casi. Non stupisce, dato che il lockdown ha costretto tutti i consumatori ad affidarsi
all'ecommerce ampliando a dismisura la superficie d'attacco.
È andata meglio ai servizi finanziari e assicurativi: hanno subito solo il 5% delle infezioni da malware a livello globale. Fanalino di coda il settore aerospaziale e automobilistico. In questo ambito si sono registrati quasi 200 mila attacchi malevoli, con il 3% del numero totale di attacchi.