Nel 2020 la spesa IT è destinata a diminuire più del previsto. In Europa sembrano per lo più
Francia, Italia e Russia quelle più pessimiste sugli investimenti, ma la lista comprende anche gli Stati Uniti e diversi Paesi dell'Asia Pacifico. Colpa del contraccolpo economico della pandemia da COVID-19 e della scarsa fiducia in una riresa veloce.
I dati sono firmati da IDC e si basano su un'indagine globale condotta fra gli acquirenti IT aziendali e sugli indicatori di mercato. Il risultato è che nonostante una stabilizzazione generale nell'ultimo mese, molti paesi si preparano a una fase di ripresa graduale caratterizzata da una
debole fiducia nell'economia generale.
Il significativo calo di spesa interesserà più che altro l'acquisto di tecnologie tradizionali. Per esempio PC, periferiche,
applicazioni software e servizi IT orientati ai progetti. Una notizia poco confortante, che fa il paio con i
recenti dati di mercato di Canalys che prevedono un calo del 7 percento anno su anno per il comparto PC e tablet nel 2020.
Stephen Minton di IDC spiega che "le aziende della maggior parte dei paesi sono meno fiduciose nelle proprie capacità di spesa. Questo potrebbe riflettere il fatto che siamo ancora a metà del secondo trimestre, il periodo in cui si concentrano i maggiori tagli alla spesa. L'entità dell'impatto a breve termine è stata peggiore di quanto alcune aziende si aspettassero".
La fiducia delle imprese è in costante miglioramento nell'area Asia/Pacifico. La spesa IT aumenterà in Cina, dove l'economia è passata più
rapidamente da una modalità di contenimento alla modalità di ripresa. I livelli di fiducia sono invece crollati in India e in Corea. A influire pesantemente sulla fiducia nel mercato sono infatti i tassi di infezione da COVID-19, le misure di distanziamento sociale, le restrizioni ai viaggi e gli stimoli governativi.
È per questo che secondo Minton "la prima fase di questa crisi è stata uniformemente negativa per tutti, ma la prossima fase sarà molto localizzata. Dipenderà da un
delicato equilibrio di fattori medici ed economici. Non sorprende che gli ultimi risultati dell'indagine supportino la sensazione che gli acquirenti IT rimangano cauti in questo clima economico".
Alla luce di queste considerazioni, "la ripresa nella seconda metà dell'anno sarà imprevedibile e potrebbe esserci volatilità nei risultati dell'indagine". La certezza è che siamo ormai entrati in una fase in cui molte aziende chiudono o sono costrette a licenziare dipendenti, con un inevitabile impatto sulla spesa tecnologica nella seconda metà dell'anno.
Spesa tecnologica che tuttavia non potrà esimersi dal tenere conto dell'esigenza di portare avanti quanto prima investimenti sulla cyber security. Come abbiamo sottolineato più volte, la crisi innescata dalla pandemia è stata di
stimolo per l'attività criminale, che si è intensificata. Un recente report della società di ricerca
Juniper Research sottolinea che da qui al 2024 il costo delle
violazioni dei dati si attesterà a 4 trilioni di dollari.
Nonostante la scarsa fiducia nei mercati, quindi,
la sicurezza delle informazioni deve rimanere una priorità per tutte le aziende. Soprattutto in un contesto di aumentato lavoro da remoto, che richiede una protezione dei dati oltre i confini degli uffici, indipendentemente dal dispositivo utilizzato dagli utenti.