Il 28 gennaio si celebra il Data Privacy Day, una ricorrenza importante per fare il punto della situazione e ricordare le precauzioni da adottare per salvaguardare i propri dati.
Oggi si celebra il
Data Privacy Day, una ricorrenza internazionale che serve a mettere l'accento sull'importanza della
protezione della privacy online. Nonostante il termine
privacy sia abusato, la verità è che la privacy dei dati non è costantemente al centro dell'attenzione. L'argomento è dibattuto da anni, spesso grazie alla forte spinta dell'opinione pubblica e alle normative che di conseguenza hanno dovuto promulgare i Governi.
Tuttavia, il nodo della questione a volte sfugge. Si tende a pretendere privacy come baluardo contro la pubblicità indesiderata e per limitare l'accumulo dei dati da parte delle aziende – soprattutto i colossi del web. Raramente si inneggia alla privacy nell'ottica della cyber security. Entrambi gli aspetti sono importanti, come ha insegnato quanto accaduto nel 2020.
L'anno della pandemia, dei lockdown e della trasformazione digitale galoppante ha dimostrato concretamente
l'importanza della gestione dei dati nell'ambito dei servizi digitali. Le credenziali, da tempo merce di valore per i cyber criminali, sono diventate il nuovo petrolio. Nel momento in cui gli utenti sono stati obbligati a fare un uso massivo dei servizi Internet, sono emerse tutte le lacune nella sicurezza dei dati da parte di aziende e istituzioni. Il risultato è che finalmente gli utenti hanno iniziato a
percepire la privacy come un elemento di valore, per il quale sono disposti a pagare.
In questa complessa situazione, Kaspersky ha elaborato i trend sulla privacy per il 2021 partendo proprio dai cambiamenti e delle tendenze osservate nel 2020.
La prima previsione è che
la privacy dei consumatori diventerà una proposta di valore. Comporterà un costo, ma è legittimo che sia così. Ricordiamo quanto si dice da tempo:
se il servizio è gratuito, il costo siete voi. Proprio per il valore intrinseco dei dati, il prezzo da pagare per un servizio che non chiede un corrispettivo in denaro è la cessione dei propri dati riservati.
L'incremento della raccolta di dati durante la pandemia e gli scandali che hanno coinvolto le piattaforme digitali hanno favorito la crescita della consapevolezza nell’opinione pubblica rispetto alla raccolta incontrollata di dati.
Crescerà l'offerta di prodotti e servizi indirizzati a chi desidera preservare la propria privacy.
La seconda tendenza riguarda
gli indossabili. Dispositivi alla moda sempre più diffusi, che oltre all'utilità per il consumatore (misurare la pressione, monitorare il battito cardiaco, eccetera) offrono un importante servizio ai produttori: raccogliere dati sempre più eterogenei per usarli nei modi più disparati, compresi casi giudiziari e assicurazioni.
I governi potrebbero cercare di mettere le mani sui dati in possesso delle big-tech, per poterne disporre per motivi giudiziari o per combattere il dissenso popolare. È una questione annosa perché la maggior parte delle organizzazioni private si rifiuta di condividere questi dati. Non è da escludere
l'ennesimo braccio di ferro sulla crittografia end-to-end, DNS-over-HTTPS e le criptovalute: soluzioni a tutela della privacy online che tagliano fuori di governi dal dominio sui dati.
Le aziende, più attive che mai nel rimpolpare i propri sistemi di behavioral analytics, cercheranno informazioni da fonti sempre più originali, talvolta intrusive. Si parla sempre più spesso di
analisi comportamentale guidata dai dati, che può essere pericolosa nella misura in cui può avere conseguenze negative sulla vita delle persone.
L'ultimo trend è la diffusione sempre maggiore di
edge computing, computazioni a parti multiple, privacy differenziale e apprendimento federato. Costituiranno lo strumento di mediazione fra l'esigenza delle aziende (una raccolta dati sempre maggiore) e quella dei consumatori (privacy).
La difesa della privacy
La buona notizia è che ci sono molti modi in cui gli utenti possono
tutelare la propria privacy online. Per evitare che i propri dati personali cadano nelle mani dei cyber criminali, è indispensabile
rispettare le regole di cyber hygiene, come evitare di cliccare su tutti i link recapitati via email.
Per nascondere la propria attività online è invece consigliato fare buon uso di una connessione VPN, ovviamente usando un servizio a pagamento di comprovata onestà, non soluzioni gratuite che spesso non mantengono le promesse.
Esiste poi una lunga serie di plug-in che può mettere al riparo dalla visualizzazione di annunci indesiderati durante la navigazione. Anche in questo caso è bene informarsi prima di attivare i plugin, perché si registrano spesso casi di codice dannoso.
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