Un report SAP dettaglia il pericolo di avere applicazioni non protette, anche quando le patch sono disponibili da tempo
SAP e
Onapsis hanno reso pubblico un
report di threat intelligence secondo cui sono in corso da tempo
attacchi automatizzati contro applicazioni SAP non protette. Non si tratta di un picco di attacchi di queste ore: il report riguarda una sequenza di attacchi mirati rilevati
da giugno 2020 in poi, sino allo scorso marzo. L'analisi ha rilevato circa 1.500 attacchi portati da una ventina di nazioni diverse. In circa 300 casi, vulnerabilità alle applicazioni SAP sono state usate con successo per penetrare in sistemi IT. Senza però, per quanto se ne sa, causare perdite di dati.
Il senso del report SAP è quindi più che altro
mettere in evidenza come siano frequenti gli attacchi mirati in modo specifico verso le applicazioni SAP non protette dalle
patch di sicurezza già disponibili. I criminali informatici e le organizzazioni state-sponsored sono a conoscenze delle vulnerabilità in rete e le sfruttano non appena possibile.
Onapsis sottolinea in particolare che alcune vulnerabilità SAP critiche sono state sfruttate
anche meno di 72 ore dopo che sono state rese pubbliche (con tanto di patch). E che ci vogliono
solo tre ore prima che gli attaccanti scoprano e violino istanze SAP
in cloud IaaS se non sono ben configurate e protette da tutte le patch possibili. In alcuni casi, si mette in evidenza, le patch per particolari vulnerabilità critiche sono disponibili da anni.
Il report Onapsis-SAP tratta in particolare
attacchi brute-force contro account SAP privilegiati e non messi adeguatamente in sicurezza, più
lo sfruttamento di sei vulnerabilità già note e catalogate. Nel dettaglio si tratta di due vulnerabilità legate alle procedure di autorizzazione (
CVE-2020-6287, CVE-2020-6207), tre vulnerabilità con possibile escalation dei privilegi (CVE-2018-2380, CVE-2016-3976, CVE-2010-5326), un bug che può portare ad uno stato di Denial-of-Service (CVE-2016-95).
Le patch per tutte queste possibili vulnerabilità esistono già da tempo e sono applicabili dopo
un assessment del proprio stato di sicurezza aziendale. SAP sottolinea che i problemi segnalati non interessano le sue applicazioni cloud.
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