La pandemia ha comportato la moltiplicazione degli account e dell'uso di servizi digitali. Molti consumatori continueranno a usarli in futuro.
Come sono cambiate
le abitudini dei consumatori durante la pandemia, e che cosa manterranno nel lungo termine di quelle nuove? È il tema di una indagine condotta a livello globale da Morning Consult su commissione di IBM Security, in relazione ovviamente all'utilizzo di strumenti digitali.
Ha coinvolto 22.000 adulti in 22 Paesi, e i risultati sono molto interessanti. In generale c'è stato un incremento notevole nell'uso di strumenti digitali da parte di chi li usava già in precedenza, e un approccio alle medesime risorse da parte di chi ne aveva fatto a meno nel periodo pre pandemia.
Alcuni numeri chiariscono le proporzioni del cambiamento. Durante la pandemia sono molti ad avere
creato nuovi account online. Basti pensare alla
DAD, alle
applicazioni di communcation, all'
ecommerce. Di questi,
il 44 percento degli intervistati non cancellerà i nuovi account quando l'emergenza sanitaria sarà rientrata.
Com'era inevitabile,
il 63 percento degli intervistati ha sottoscritto servizi digitali legati al COVID, tramite web, app mobile, email, messaggi di testo e quant'altro. Gli utenti che hanno fatto uso di servizi di home banking sono cresciuti del 16%, la stessa percentuale dell'aumento dell'uso di servizi governativi e pubblici.
Sottoscrivere un servizio oggi è molto semplice. Mantenerlo al sicuro non lo è altrettanto. IBM Security ha correlato i dati con quella sulla sicurezza informatica e ha concluso che
l'apertura di troppi account porta a riutilizzare le stesse password. Non è un caso che l'82 percento degli intervistati per il sondaggio ha ammesso di riciclare le proprie credenziali fra più servizi online.
Questa pessima abitudine ha aiutato i criminali informatici durante la pandemia, e se i consumatori non correranno ai ripari continueranno a fornire alla criminalità del materiale da rivedere a caro prezzo sul darkweb, e ad essere vittime di tentativi di frode.
Anche la moltiplicazione delle app e dei servizi web può essere foriera di problemi perché
la comodità e la semplicità d'uso spesso portano a sottovalutare i problemi legati a sicurezza e privacy. Non stupisce quindi che il 51% dei millennial partecipanti al sondaggio
preferisca fare ordini online tramite applicazioni o siti non sicuri piuttosto che recarsi di persona in un negozio fisico.
Fin qui i potenziali problemi. C'è anche un aspetto positivo: la pandemia ha stimolato intere categorie di persone, come per esempio gli anziani, a usare la tecnologia. Ora che hanno preso dimestichezza con le dinamiche digitali potranno fruire di servizi di telemedicina, del Fascicolo Sanitario per risparmiarsi viaggi dal medico, dell'home banking, e di tutta una serie di
applicazioni e servizi utili a chi per motivi di età ha una mobilità ridotta.
Tutti i consumatori, nessuno escluso, dovranno tuttavia
imparare le regole di base e i comportamenti da adottare per proteggersi da truffe e problemi di cyber security. I consigli di base di IBM Security sono due: impegnarsi nel
memorizzare una password diversa per ogni servizio online e/o account. E
fare uso dell'autenticazione a più fattori ove sia prevista. Non è tutto quello che c'è da fare, ma è un inizio promettente.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
SecurityOpenLab.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.
Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News!
Seguici