Il CED della Regione Lazio ha registrato blocchi e malfunzionamenti nella notte fra sabato e domenica, creando problemi alla campagna vaccinale. Restiamo in attesa di conferme sull'ipotesi dell'attacco ransomware.
Tutti gli aggiornamenti in questa notizia.Nel fine settimana
il sito della Regione Lazio, quello del Consiglio regionale e il portale di prenotazione per i vaccini COVID-19 sono rimasti bloccati a causa di un cyber attacco. Come riferisce AGI,
i sistemi hanno registrato gravi problemi nella notte fra sabato e domenica 1 agosto, costringendo la Regione a sospendere le prenotazioni.
Inoltre, l'impossibilità di accedere al sistema ha
rallentato le somministrazioni che erano già state programmate nella giornata di domenica, perché tutte le procedure hanno dovuto essere sbrigate manualmente.
L'attacco ha colpito il CED (Centro Elaborazione Dati), ossia il sistema informatico che gestisce tutta l'infrastruttura informatica regionale. ll presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha definito l’
attacco informatico "pesantissimo". Tuttavia al momento non ci sono dati certi sull'accaduto, salvo il fatto che per rivolvere il problema sono stati chiamati la Polizia Postale e gli esperti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche.
La stampa nazionale parla di ransomware. Secondo alcune fonti sarebbe stato chiesto un riscatto un bitcoin, secondo altre non sarebbe pervenuta alcuna richiesta. Non ci sono ipotesi pubbliche con il nome di un gruppo ransomware dietro all'attacco. Qualcuno ha puntato il dito contro i no vax. Le istituzioni si limitano a fare riferimento a un cyber attacco e a
garantire che "i dati sensibili dei cittadini non stono stati intaccati", come ha assicurato alla stampa l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.
Fino a quando non saranno terminate le indagini forensi qualsiasi ipotesi rischia di essere una speculazione. Quello che è certo è che
i gruppi ransomware operano a livello internazionale e la loro motivazione è finanziaria. L'opzione no vax quindi risulta poco credibile.
Volendo cercare un obiettivo sensato, sarebbe più attendibile puntare sul fatto che la Regione Lazio ha in gestione i
dati sanitari di 5,8 milioni di persone: un patrimonio di altissimo valore che è di grande interesse per il cyber crime. Un movente ipotetico che è tutto da confermare. L'ipotesi ransomware è tutt'altro che remota, ma
dev'essere confermata da evidenze tecniche. E se di ransomware si trattasse, è da chiedersi come stia avvenendo la gestione di
un evento che di questi tempi è tutt'altro che raro e inaspettato.
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