La SafeCyber Digital Security Platform di UL punta a semplificare la progettazione e la produzione di dispositivi IoT intrinsecamente sicuri
Puntare sullo sviluppo del mercato Internet of Things sembra una scommessa sicura, oggi. Ma la proliferazione di device IoT più o meno smart e più o meno connessi fra loro è anche una delle principali preoccupazioni per chi guarda al futuro della cyber security. Il problema di fondo è che non esistono approcci e metodologie comuni per garantire una progettazione dei dispositivi IoT improntata al security by design. Ora UL prova a proporre una piattaforma del genere con la sua nuova SafeCyber Digital Security Platform.
La SafeCyber Digital Security Platform non cerca di essere il Santo Graal della sicurezza IoT. Anche UL spiega che il suo obiettivo è più semplicemente "mitigare il volume crescente di minacce alla cyber security" che porta inevitabilmente la creazione di ecosistemi di oggetti connessi. Rischi alla sicurezza che poi devono - o dovrebbero e non sempre lo sono, come abbiamo storicamente visto - essere gestiti da chi i dispositivi IoT li produce o li implementa. Dai vendor ai system integrator, quindi, per settori che secondo UL comprendono innanzitutto smart home, medicale, automotive, Industry 4.0.
In concreto, SafeCyber è una piattaforma cloud che man mano si arricchirà di applicazioni mirate per la sicurezza e la certificazione delle soluzioni IoT. Al lancio comprende tre moduli di partenza (Maturity Path, Firmware Check, Field Monitoring). A partire dal primo trimestre 2022 è previsto il lancio di altre componenti.
Maturity Path serve in sostanza a fare una valutazione della "maturità" - in quanto a cyber security - del ciclo di sviluppo di dispositivi connessi. È una analisi definita "olistica" in cui il processo di sviluppo e governance dei dispositivi IoT viene valutato raffrontandolo con un frameowrk di riferimento considerato affidabile. L'assessment può essere fatto in proprio, gratuitamente, o guidati da esperti UL, nel qual caso può portare anche a una certificazione dei propri processi secondo standard quali UL 2900, IEC 62443-4-1, IEC 62443-4-2, ISO 21434, ETSI 303 645.
Firmware Check è un servizio più mirato. Si concentra sul processo di sviluppo del firmware di dispositivi connessi e porta come risultato finale una valutazione del firmware stesso. La "scansione" di quest'ultimo è più o meno approfondita in funzione del livello di servizio richiesto. Può mettere in evidenza, tra l'altro, le vulnerabilità note (CVE) o non note (zero-day) del firmware e la sua compliance rispetto ad alcuni standard.
Field Monitoring opera allo stesso modo ma riguarda i firmware che sono già stati sviluppati e implementati. Si trovano cioè già attivi in prodotti "sul campo". UL offre in sostanza un servizio di monitoraggio costante, che avvisa il produttore di un dispositivo connesso quando il relativo firmware è diventato a rischio per l'insorgere di qualche vulnerabilità. Anche in questo caso la valutazione di un firmware riguarda non solo le vulnerabilità vere e proprie ma anche eventuali problemi di compliance.