Gli esperti di sicurezza di Eset pubblicano le loro previsioni per la cyber sicurezza nel 2020. Attenzione a tecnologie esordienti, apprendimento automatico, deep fake e privacy.
Fine anno è tempo di
bilanci, e soprattutto di
previsioni sull'anno che sta per iniziare. Sui bilanci ormai abbiamo letto e sentito di tutto. Fra
ransomware, truffe
finanziarie e
attacchi all'IoT, il 2019 è stato un anno impegnativo per la cyber sicurezza. Sul fronte delle previsioni, sono note quelle di
Kaspersky e di
Check Point, che allertano su possibili attacchi a settore finanziario, governi, infrastrutture critiche. Gli esperti di Eset si concentrano invece sulle tecnologie emergenti per intessere il panorama delle potenziali minacce del 2020.
Guardando indietro, Eset rileva la crescita esponenziale dei
dispositivi smart e
IoT, sia in azienda sia nelle
Smart City. È sulla sicurezza di queste categorie in espansione che allertano gli esperti. I vantaggi che offrono sono indiscutibili. In azienda l'IoT aumenta l’efficienza operativa e fa risparmiare milioni di euro. Nelle città le soluzioni smart miglioreranno la vita dei cittadini. Il problema è che
le tecnologie esordienti sono anche vulnerabili. La domanda che si pone Eset è se città e aziende siano pronte ad assumersi la responsabilità dei rischi connessi alle nuove tecnologie.
Rischi che emergono in un'era in cui l’
apprendimento automatico è sempre più diffuso sia per fronteggiare le minacce sia per diffonderle. È presto per capire quale delle due parti avrà la meglio. Probabilmente a fine 2020 avremo le idee più chiare.
Altra incognita del 2020 è il
deepfake, che può essere sfruttato per danneggiare la reputazione di personaggi pubblici o per influenzare l’opinione pubblica. A tale riguardo, Eset spiega che il primo banco di prova importante saranno le prossime elezioni presidenziali statunitensi. Le notizie false potrebbero agire come brogli elettorali. Potrebbero essere diffuse da avversari politici come anche da Stati stranieri.
Qualche certezza in più c'è sul fronte della
privacy. Lo scandalo Cambridge Analytica ha fatto storia e ha dato il via a provvedimenti e leggi concrete per la tutela della privacy. Nonostante questo, è opinione diffusa che questi problemi non vengano affrontati con la giusta solerzia. Nel 2020 potrebbero esserci ulteriori e interessanti sviluppi.
Tutto riconduce al tema centrale della questione: l'esigenza di implementare buone
pratiche di sicurezza informatica. Riguarda tutti: aziende, governi, privati cittadini. Tutti devono essere consapevoli dei loro diritti e dei doveri per una migliore protezione dei propri dati. I criminali informatici evolvono continuamente le proprie tecniche, gli strumenti di difesa devono essere sempre aggiornati.
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