Le email di phishing che millantano problemi con le consegne dei pacchi da parte dei corrieri si stanno moltiplicando: attenzione a non abboccare.
Il Natale incombe, e come tutti gli anni gli acquisti online raggiungono picchi massimi, che si convertono per ovvie ragioni in un altissimo numero di pacchi da consegnare da parte dei corrieri. Approfittare del fatto che moltissimi utenti sono in attesa di una consegna fa parte del lavoro dei cyber criminali, che capitalizzano l'aspetto consumistico del Natale aumentando a dismisura il phishing con l'esca delle consegne.
Se nel corso dell'anno le email truffaldine in cui si millanta la mancata consegna di un pacco sono una o due al giorno, in questo periodo il numero sale a otto, dieci al giorno. Alcune sono poco credibili perché scritte in un italiano claudicante. Quelle provenienti da Poste Italiane, da Amazon o dai centri di distribuzione possono trarre maggiormente in inganno.
Quasi sempre si paventano indirizzi mancanti, consegna non riuscita, tasse di dogana da versare e via discorrendo. La compilation delle truffe non conosce limiti e spetta ai destinatari fare un costante lavoro di cernita della corrispondenza.
Vale quindi la pena ricapitolare le regole di base per non abboccare a facili esche. Sembra banale, ma la prima regola è che si non si è spedito alcun pacco o non si è in attesa di riceverlo, la email dev'essere cestinata senza indugio. Nella cosiddetta "pesca a strascico" i criminali informatici puntano sulla probabilità che molti destinatari stiano aspettando un pacco: non vale per tutti.
Se in effetti si è in attesa della consegna di una ordinazione online, l'unico riferimento a cui affidarsi è il sito su cui si è fatto l'ordine. Di solito esiste una sezione "I miei ordini" in cui ci sono le indicazioni di tracking. Ci sono effettivamente dei casi in cui il venditore non offre il servizio di tracking della spedizione: di solito l'acquirente viene informato del nome del corriere (DHL, SDA, UPS, Poste Italiane, eccetera) a cui è affidata la spedizione. L'utente dovrà quindi attendersi una email che riporta l'avvenuta presa in carico del pacco e il numero di tracking.
Per non correre rischi, il da farsi è piuttosto semplice anche se poco lineare: invece di cliccare sui link o pulsanti riportati nella email, bisogna copiare il supposto numero di tracking, aprire nel browser una finestra in cui si digita l'indirizzo web del corriere e copiare il numero di tracking nell'apposita sezione. Se il numero risulta errato è possibile che la email fosse un falso, o che la spedizione non sia ancora partita, quindi bisogna riprovare più tardi.
La tentazione di cliccare sui link nelle email dev'essere messa da parte, perché i criminali informatici sono diventati abilissimi a imitare loghi, indirizzi e stile delle comunicazioni. È molto difficile distinguere un originale da un falso, quindi bisogna aggirare le email partendo dal presupposto che tutte non sono attendibili.