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Bricofer Italia vittima del ransomware LockBit 2.0

Il Ransomware-as-a-Aservice LockBit 2.0 ha colpito Bricofer Italia ed esfiltrato migliaia di file relativi a fornitori e clienti.

Tecnologie/Scenari

Oggi chi si collega sulla home page di Bricofer Italia, azienda specializzata nella vendita al dettaglio di materiali edili, utensileria e hobbistica, non nota nulla di strano. Tuttavia dietro all’esultanza delle persone ritratte in home page si nasconde il dramma di un attacco di hacking che non è stato possibile nascondere.

La notizia è corsa veloce sul web dopo che il gruppo ransomware attaccante, LockBit, ha denunciato l’attacco e fatto partire il conto alla rovescia per la pubblicazione online dei dati rubati durante l’attacco. Per capire che cos’è successo bisogna tornare al 2021, in particolare al 28 dicembre, quando i sistemi dell’azienda sono stati attaccati.

I cyber criminali hanno esfiltrato circa 2000 file con dati contabili e informazioni sensibili sui clienti titolari della “carta fedeltà”, fra cui indirizzi email e documenti di identità. Non è dato sapere se ci sia stata o meno una trattativa. L’unico dato certo, con il senno di poi, è che non c’è stato accordo fra i titolari dell’azienda e i cyber criminali.


Nulla di quanto narrato è fuori dall’ordinario per chi segue l’attualità di cyber security. Si è trattato di un attacco ransomware da manuale con la tecnica del doppio ricatto, portato avanti da un gruppo ben noto e rodato. LockBit 2.0 è un RaaS famoso anche in Italia per il suo coinvolgimento negli attacchi contro la Regione Lazio e Accenture, e a livello internazionale è stato il gruppo più attivo nel terzo trimestre 2021, con oltre 200 vittime.

A fare notizia piuttosto è il silenzio dell’azienda colpita. Niente comunicati stampa, aggiornamenti sul sito, niente avvisi ai clienti coinvolti. Una situazione che si ravvisa sempre più di frequente in Italia, man mano che le vittime di attacchi cyber aumentano sul territorio nazionale. Un atteggiamento che si scontra con una normativa che impone la denuncia dell’accaduto entro 72 ore. E con la best practice operata da molte aziende mature e responsabili, che aggiornano tempestivamente clienti, fornitori e pubblico di quanto accade con la massima trasparenza.

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