Lo scenario cyber attuale impone una revisione dei modelli di difesa delle aziende contro gli attacchi informatici. È necessario lavorare alla resilienza e tenere un approccio proattivo alla difesa.
La resilienza informatica è la strada maestra da seguire per consentire alle infrastrutture IT di reggere a cambiamenti e trasformazioni e di tornare rapidamente a una condizione di stabilità. Cambiamenti a cui abbiamo assistito massivamente nell’ultimo biennio, a causa della pandemia prima e del conflitto ucraino dopo. Il lavoro da remoto, la migrazione cloud e il cyberwarfare hanno messo in luce le carenze difensive delle aziende pubbliche e private, obbligandole a sviluppare piani di resilienza che consentano di proteggere la proprietà intellettuale, i clienti e le supply chain.
Come sottolinea Denis Cassinerio, Regional Sales Director di Acronis per l'Europa meridionale, la sostanza è che “spetta al reparto IT il compito di realizzare un'infrastruttura IT capace di funzionare in modo continuativo anche dopo aver subito un attacco o una potenziale compromissione da parte dei criminali informatici. Service Provider e i professionisti dell'IT che forniscono servizi di sicurezza devono partire dal presupposto che i dati sono costantemente sotto attacco. Va quindi da sé che la resilienza informatica debba garantire la continuità aziendale durante un attacco e l'esecuzione del ripristino nella fase successiva”.
Quali sono gli attacchi di cui si parla? Le tendenze sono molte, a partire dai ransomware, a cui sono legati il furto dei dati, le perdite economiche, l'esposizione dei dati sensibili e, più recentemente, anche gli attacchi perpetrati da parte di gruppi politici e di attivisti. Conti leaks ha fatto emergere anche il rischio concreto che i contrasti interni ai gruppi di ransomware portino alla diffusione dei dati privati di un'organizzazione, anche se la vittima ha pagato il riscatto.
Resta poi fermo il problema della cultura cyber lacunosa, che favorisce il successo del phishing, tuttora principale vettore di infezione da cui originano gli attacchi. Inoltre, l’ultimo biennio ci ha insegnato la pericolosità degli attacchi alle supply chain software, con esempi quali Log4j e SolarWinds. Oltre ai sistemi Windows, sono sempre più oggetto di attacchi anche Linux e macOS.
“Per ottenere la resilienza informatica – consiglia Cassinerio - è necessario adottare un approccio alla gestione delle minacce che abbracci sicurezza delle informazioni, continuità operativa e disaster recovery. Alcune istituzioni governative, come il Dipartimento statunitense per la Sicurezza Interna, l'associazione internazionale per la normazione ISO e alcune associazioni bancarie internazionali, hanno elaborato materiali per aiutare le organizzazioni ad autovalutarsi o a pianificare sessioni facilitate per le aziende. Responsabili IT, Service Provider e MSP possono avvalersi di questi servizi per il proprio aggiornamento continuo e per accertarsi di usare i parametri più recenti per i propri clienti”.
Tra gli altri framework disponibili, Acronis ricorda il Quadro di riferimento per la sicurezza informatica del NIST (National Institute of Standards and Technology) e i Controlli di sicurezza del Center for Internet Security (CIS), che costituiscono eccellenti punti di riferimento per creare un piano di resilienza.
Partendo da queste fonti, bisogna tener conto degli ostacoli alla resilienza stessa, quali per esempio migrazione cloud, shadow IT, reparti non comunicanti, timori sui costi della sicurezza. L'approccio migliore alla resilienza informatica prevede la comprensione dei processi essenziali alla continuità operativa e l'implementazione delle strutture e delle soluzioni software che consentiranno ai diversi processi di funzionare in ogni ambito aziendale.
Un elemento di cui tenere conto è che non ci sono soluzioni specifiche per ottenere la resilienza informatica. In genere il team della sicurezza ipotizza gli scenari di attacco più probabili, in base agli eventi più recenti, alla natura della singola organizzazione e alle minacce che il management ritiene più probabili o più pericolose.
Una volta messo a punto un piano di resilienza, occorre mantenerlo aggiornato. Gli MSP devono stabilire la periodicità della revisione dei piani di resilienza informatica di tutti i loro clienti. La revisione deve prevedere una nuova valutazione delle minacce, in base alle eventuali modifiche dell'ambiente. Cassinerio ribadisce inoltre che “L'efficacia della strategia di resilienza informatica si fonda su un approccio proattivo”.