Il debito tecnologico sta creando un effetto a catena sull'assistenza clinica e sul sovraccarico di lavoro dell'IT nelle organizzazioni sanitarie.
Nel settore sanitario gli insufficienti investimenti in tecnologia si traducono in carenza di personale che impatta direttamente sulla produttività clinica, e sull’incremento del successo delle minacce alla sicurezza informatica. Sono alcuni dei risultati emersi dalla ricerca Emerging from the COVID Pandemic condotta da Extreme Networks in collaborazione con la Healthcare Information and Management Systems Society (HIMSS).
Dei 100 dirigenti del settore sanitario e responsabili delle decisioni in materia di IT/tecnologia negli Stati Uniti che sono stati interpellati, il 47% ha inserito la carenza di personale IT tra le tre principali sfide. Il 66% ha dichiarato che le attività IT di routine hanno bisogno di più tempo per essere completate perché non c'è abbastanza personale, mentre il 55% denuncia che i tempi di risoluzione di errori e problemi sono aumentati, con un impatto negativo sulla produttività del personale in tutta l'organizzazione.
Inoltre, quando si tratta di adottare un software sanitario di ultima generazione, il 74% degli intervistati ha indicato la carenza di personale IT come un ostacolo all'implementazione. Questo significa che la mancanza di personale qualificato ostacola l'adozione di nuove tecnologie, impedendo alle organizzazioni di utilizzarle per migliorare l'assistenza ai pazienti.
Una parte importante della ricerca riguarda la sicurezza informatica. Il 59% del campione ha inserito la cybersecurity tra le tre principali sfide organizzative e il 54% ha classificato la cybersecurity come l'investimento più importante per i prossimi 12-18 mesi. Il 36% ha classificato le applicazioni sanitarie di ultima generazione come l'investimento tecnologico più importante, mentre il 75% dei decisori tecnologici con potere d'acquisto ha dichiarato di voler aggiornare l'infrastruttura cloud nei prossimi 12-18 mesi.
I rischi di cybersecurity sono peraltro ampliati dall’aumento della superficie di attacco dovuto alla grande diffusione del wireless. Come testimoniano le dichiarazioni dei partecipanti al sondaggio, il 96% sfrutta il Wi-Fi per abilitare i dispositivi mobili del personale clinico e l'83% si affida al Wi-Fi per il monitoraggio dei pazienti. Inoltre, l'80% delle organizzazioni sanitarie con un fatturato superiore a 5,1 miliardi di dollari è favorevole all'uso dei servizi di localizzazione basati sul Wi-Fi, che possono rappresentare un vantaggio nella gestione delle operazioni. Tutte ottime notizie, se non fosse che i dispositivi Wi-Fi devono essere protetti e gestiti per non costituire un pericolo.