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Consumatori preoccupati per le truffe digitali

I consumatori sono sempre più disposti ad accettare metodi di autenticazione più severi in cambio di maggiori tutele per i propri dati sensibili.

Tecnologie/Scenari

Cresce il bisogno di sicurezza fra i consumatori, che temono truffe di vario genere e sarebbero disposti a tollerare ritardi o controlli aggiuntivi nei servizi pur di avere maggiori garanzie di tutela. Sono questi alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da SAS in collaborazione con 3Gem su un campione di 13.500 rispondenti globali. A rispondere dall’Italia sono state mille persone, di cui 9 su 10 si dichiarano disposte a rivolgersi a nuovi fornitori nel caso in cui dovessero offrire una migliore forma di protezione e vigilanza.

Facendo riferimento solo al campione italiano, le paure del 60% dei rispondenti sono circostanziate dall’avere già sperimentato una truffa almeno una volta, ma sono di più coloro che temono di diventare una vittima in futuro (79%). Rilevante è anche la percentuale di chi ha espresso la sensazione che il numero di frodi sia sensibilmente salito (33%). In ultimo, la stragrande maggioranza degli intervistati (90%) reputa che istituzioni e aziende dovrebbero fare di più per la protezione dei consumatori.


La sicurezza e controlli

Interessante è la parte della ricerca che analizza che cosa sarebbero disposti a tollerare i consumatori pur di sentirsi più protetti. Il 71% degli italiani si è detto disposto a sopportare ritardi o a giustificare controlli aggiuntivi, anche se il 41% accusa i controlli di sicurezza di avere portato ad una customer experience generalmente negativa e richiede una soluzione tecnologica che renda più agevoli i processi di autenticazione e riconoscimento.

Fra i favorevoli, il passaggio dalle parole ai fatti è sancito dal fatto che il 63% preferisce già ricorrere a un metodo di autenticazione piuttosto che a una password durante le transazioni. L’81,9% è disposto ad utilizzare sistemi di rilevazione biometrici per confermare la propria identità nell’ambito di una transazione, o condividere maggiori dati personali (64%) con il proprio provider e utilizzare metodi di pagamento P2P (78,7%).


La ricerca è anche l’opportunità per analizzare i modi in cui si possono combattere, o perlomeno evitare, le numerose frodi. Ricordiamo quelli più diffusi: implementare controlli di autenticazione forte dei clienti a livello aziendale su tutti i punti di accesso digitali, abilitare l'autenticazione a più fattori (MFA) e gli avvisi account-based. Creare strategie anti-frode inclusive dal punto di vista digitale, incorporare il protocollo 3DS per ridurre le frodi nell'e-commerce. Ancora, sfruttare lo standard ISO 20022 per la prevenzione delle frodi e la lotta al riciclaggio di denaro, educare i titolari di conto corrente a riconoscere e segnalare le tattiche di truffa e consolidare le pratiche di monitoraggio dell'AML e del know-your-customer (KYC) in un'unica piattaforma.

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