Una sequenza di attacchi mirati agli ambienti Docker cerca di avviare container "ostili" che attivano un cryptominer
Sono in corso attacchi massicci contro ambienti basati sulla virtualizzazione a container. Lo ha rilevato
Aqua Security, azienda specializzata nella sicurezza delle applicazioni cloud-native. Gli attacchi sono
mirati contro ambienti Docker e paiono fare parte di una campagna ben organizzata. Secondo l'azienda vanno avanti da mesi e superano spesso il centinaio al giorno. Un volume che lascia pensare appunto all'esistenza di un attore con una buona dose di risorse.
Gli attacchi iniziano con una scansione di massa di indirizzi IP a cui corrispondono ambienti Docker. Identificati gli ambienti, si verifica se hanno
una porta aperta per comunicare con Docker da remoto. E se questa comunicazione prevede una forma di autenticazione. Se per una
cattiva configurazione non si richiede autenticazione, si avvia l'attacco vero e proprio.
Gli attaccanti istanziano da remoto un container Ubuntu. A questo viene fatto eseguire
uno shell script caricato da un server remoto. Questo script elimina alcune funzioni di sicurezza dell'ambiente Linux. Poi disattiva eventuali altri malware o cryptominer. Infine scarica il
malware Kinsing e lo lancia.
Kinsing è un malware scritto in Go che avvia subito le comunicazioni con alcuni server di comando e controllo. In questo dialogo invia alcune informazioni e soprattutto
scarica un altro shell script. Questo contiene alcuni comandi per eseguire una rilevazione degli host raggiungibili nel suo ambiente Docker. E per analizzare i file di sistema alla ricerca delle
credenziali per accedervi.
Lo script si connette a tutti gli host rilevati e cerca di scaricarvi il primo script usato nell'attacco iniziale. Se questo
attacco laterale funziona, Kinsing viene installato
su tutti gli host raggiungibili. L'ultima cosa che fa ogni installazione di Kinsing è eseguire un cryptominer. Che inizia a "minare"
Bitcoin.
Per evitare questa forma di attacco, spiega Aqua Security, ci sono alcune
contromosse. Tra le principali, adottare una
policy di autenticazione e autorizzazione nei confronti degli ambienti Docker. E garantire che vi venga seguito il principio dei
privilegi minimi. I container istanziati dovrebbero essere scansionati preventivamente. I log di sistema vanno esaminati alla ricerca di comportamenti sospetti.
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