Spingere gli elettori a votare contro i propri interessi sfruttando la tecnologia per generare meme, notizie false, deepfake e quant’altro è un modo di procedere all’ordine del giorno. Ecco come non abboccare.
Questo fine settimana gli italiani sono chiamati alle urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento europeo. Notoriamente le elezioni sono catalizzatori di attività di disinformazione ad opera degli attaccanti sponsorizzati dagli stati nazionali, che hanno l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica a proprio favore. Nel caso specifico dell’Europa, la situazione geopolitica aumenta fortemente il rischio di interferenze da parte russa, iraniana, cinese, nord coreana, per citare i Paesi più attivi con le attività APT.
A tale proposito è interessante leggere l’opinione di Shamla Naidoo, Head of Cloud Strategy & Innovation di Netskope, oltre che docente di tecnologia e diritto sulla privacy presso l'Università dell'Illinois a Chicago. Nel suo corso Naidoo insegna agli studenti come riconoscere le campagne di disinformazione e misinformazione e capire come gli Stati e i gruppi avversari possono manipolare le percezioni di segmenti mirati del pubblico e influenzare i loro voti.
In molti casi, infatti, gli elettori possono essere persuasi a votare contro i propri interessi, attraverso l’introduzione selettiva di informazioni distorte nei feed dei loro social media. Obiettivo di Shamla è far sì che i suoi studenti escano dal suo corso con gli strumenti per essere elettori informati e contribuire alla società senza essere influenzati.
Shamla Naidoo, Head of Cloud Strategy & Innovation di Netskope e docente di tecnologia e diritto sulla privacy presso l'Università dell'Illinois a Chicago
I cittadini chiamati a votare devono essere preparati ad affrontare la diffusione di notizie false, meme fuorvianti e contenuti deepfake che gli avversari politici e globali utilizzeranno per manipolarli e influenzare i loro voti. L’emergere di strumenti di Intelligenza Artificiale Generativa e la facilità con cui possono essere utilizzati per creare testi, immagini e video persuasivi a costi minimi accelereranno e aggraveranno l’impatto delle campagne di disinformazione.
Come possono le nostre società resistere a questi tentativi di sovvertire il processo democratico, attraverso la manipolazione delle nostre visioni del mondo?
I cittadini, giovani e meno giovani, devono apprendere nuove tecniche per convalidare le loro fonti di notizie. Devono sapere come guardare le diverse piattaforme con un occhio scettico e conciliare ciò che dicono queste piattaforme con ciò che riportano i siti web governativi, altri organi di stampa e organizzazioni rispettate e fidate. I cittadini dovrebbero agire in modo responsabile sulle piattaforme di social media, confermando i fatti prima di condividerli e non mettendo like o inoltrando impulsivamente contenuti infondati.
Una delle sfide più grandi riguarda la fiducia che la maggior parte delle persone ripone in ciò che viene detto dai propri amici e in famiglia, eppure amici e famiglie potrebbero essere presi di mira da campagne di disinformazione! Sono necessarie quindi campagne di educazione e sensibilizzazione per contrastare il diffondersi della disinformazione, messa in campo intenzionalmente per confondere gli elettori. La buona notizia è che esiste un modello comprovato per affrontare i messaggi manipolativi, testato dai leader della sicurezza informatica sia nel governo che nel settore privato. Qualsiasi leader della sicurezza informatica confermerà che non possiamo impedire a tutti in un’azienda di commettere errori e di fare clic su un collegamento in un’email di phishing. Possiamo però ridurre al minimo il numero di persone vittime di questi messaggi malevoli. Come? Addestrandoli a riconoscere i segnali rivelatori, a individuare i segnali d'allarme, trimestre dopo trimestre e anno dopo anno.
Occorre insegnare ai dipendenti come individuare le email di phishing, a non aprire le email sospette, a cosa fare se fanno clic accidentalmente su un collegamento malevolo. Queste lezioni hanno ridotto, a volte drasticamente, i danni attribuiti al phishing all’interno di molte organizzazioni. Possiamo usare tattiche simili per mostrare alle persone come i malintenzionati cercano di influenzarli e possiamo fornire loro gli strumenti per resistere alla manipolazione psicologica.
La maggior parte dei dipartimenti di sicurezza nelle organizzazioni svolge già programmi di sensibilizzazione. L’infrastruttura di erogazione di questi programmi può essere riconvertita per formare le persone a riconoscere le tecniche di disinformazione elettorale. I governi, dal canto loro, possono allertare i cittadini elettori tramite annunci di servizio pubblico sui media, o tramite trasmissioni televisive e radiofoniche, cartelloni pubblicitari, informative negli edifici pubblici, post sui social media e altri mezzi.
Abbiamo bisogno di una soluzione in cui i messaggi siano imparziali, facilmente accessibili e di facile comprensione. Servirebbe creare un’entità indipendente responsabile del controllo e del contrasto alla cattiva informazione e alla disinformazione. Un po’ come avviene nei Tribunali con la nomina dei Periti. Allo stesso modo, si potrebbe nominare un difensore civico per l’informazione elettorale per esaminare in modo indipendente la disinformazione correlata alle elezioni, senza pregiudizi politici. Il difensore civico dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla valutazione dell’accuratezza delle informazioni in questione e non dovrebbe avere alcun interesse finanziario o politico nell’esito delle sue revisioni.
In un’era in cui la tecnologia si evolve più velocemente delle persone, tutti gli elettori dovrebbero sapere come potersi proteggere dalla manipolazione delle informazioni per far sì che i loro voti siano basati su informazioni accurate. Anche se non dobbiamo aspettarci un calo della misinformazione nel breve termine, dobbiamo però puntare a muoverci ora piuttosto che domani.