L'integrazione di Hyper-V in Veeam Data Platform promette di ottimizzare la migrazione e la continuità operativa, riducendo i costi e migliorando la sicurezza IT.
Ampliare la portabilità dei dati mediante una migrazione pianificata end-to-end e una configurazione a perdita zero è l'obiettivo che ha spinto Veeam Software a estendere il suo recovery orchestrator ai clienti Microsoft Hyper-V, integrandolo nella Veeam Data Platform.
La soluzione così strutturata dovrebbe consentire alle imprese nuove opzioni per il passaggio tra hypervisor, e in particolare una migrazione senza interruzioni da VMware vSphere a Microsoft Hyper-V, così da attuare una gestione più flessibile delle risorse IT. Non solo, a seguito di questo update si prospetta inoltre una riduzione dell'impatto operativo in caso di disastri o della necessità di riconfigurare l'infrastruttura digitale. In questo modo si ottiene una riduzione dei costi operativi associati alla gestione della continuità del servizio.
Tecnicamente parlando, il nuovo supporto per Hyper-V si basa sulle funzionalità già presenti nella Veeam Data Platform (scansione malware, rilevamento di indicatori di compromissione e monitoraggio proattivo delle minacce) che vengono ampliate in modo da incrementare la libertà nella gestione degli ambienti IT. Infatti, ora la piattaforma consente l’esecuzione di test di recovery strutturati e automatizzati senza impatti sull'operatività, riducendo il rischio di errore umano e garantendo l’allineamento delle strategie di ripristino con le esigenze aziendali.
Questa evoluzione della piattaforma Veeam si inserisce nel più ampio e conosciuto contesto della digitalizzazione accelerata e di un quadro normativo sempre più esigente, che impongono il rafforzamento delle misure di sicurezza.