I bug di Office, Windows, Adobe e Apache vengono sfruttati da 4 anni per sferrare attacchi contro aziende e consumatori. Ecco i 10 più gettonati, che dispongono da tempo delle patch, ma non sono universalmente installate.
Negli ultimi quattro anni si sono affacciate sulla scena criminale molte
armi usate per attaccare aziende e consumatori.
Quelle maggiormente sfruttate sono dieci. Le hanno elencate in un documento congiunto l'FBI e il Dipartimento per la sicurezza informatica e la sicurezza delle infrastrutture (DHS CISA). Sono state impiegate in attacchi compiuti da gruppi sponsorizzati da stati-nazione, da gruppi liberi e senza paternità.
L'aspetto inquietante è che tutte queste falle
dispongono da tempo di una patch. Basterebbe installarle per smantellare una parte importante dell'arsenale dei cyber criminali. Le patch, infatti, costringerebbero gli attaccanti a investire risorse nello sviluppo di nuovi exploit, invece che vivere di rendita su bug vecchi e testati.
Oltre tutto, lo smart working e l'home schooling forzato per la pandemia ha riportato in auge vecchi computer con software datati che, in assenza di patch, espongono a rischi altissimi utenti e aziende.
Office in pole position
Le prime due vulnerabilità critiche riguardano
Microsoft Office. Sono la CVE-2017-11882 e la CVE-2017-0199. La prima affligge le release di Office 2007 SP3, 2010 SP2, 2013 SP1 e 2016. Viene ampiamente sfruttata dai malware
Loki, FormBook, Pony/FAREIT. È legata all'esecuzione di codice in modalità remota di Microsoft Office e si palesa quando il software non riesce a gestire correttamente gli oggetti in memoria. Consente ai cyber criminali di eseguire codice arbitrario compatibile con i permessi dell'utente. Se quest'ultimo è connesso con diritti di amministratore, l'attaccante può assumere il controllo del sistema.
CVE-2017-0199 affligge le stesse versioni di Office indicate sopra, più Windows Vista SP2, Server 2008 SP2, Windows 7 SP1 e Windows 8.1. Viene sfruttata dai malware Finspy, LatentBot e
Dridex. L'ultimo è il malware con maggiore impatto in Italia. Viene distribuito tramite campagne spam e kit di exploit.
È di fatto un banking trojan che di affida a WebInjects per intercettare e reindirizzare le credenziali bancarie al server controllato dagli aggressori. Dopo avere contattato un server remoto, invia informazioni sul sistema infetto e può anche scaricare ed eseguire moduli aggiuntivi per il controllo da remoto.
Lo stesso malware è associato anche alla
quarta vulnerabilità in classifica, CVE-2012-0158. Interessa una lunga lista di prodotti Microsoft: Office 2003 SP3, 2007 SP2 e SP3 e 2010 Gold e SP1; Office 2003 Web Components SP3; SQL Server 2000 SP4, 2005 SP4 e 2008 SP2, SP3 e R2; BizTalk Server 2002 SP1; Commerce Server 2002 SP4, 2007 SP2 e 2009 Gold e R2; Visual FoxPro 8.0 SP1 e 9.0 SP2; e Visual Basic 6.0.
Apache medaglia di bronzo
Il terzo posto della classifica è invece di Apache, con la vulnerabilità CVE-2017-5638. Interessa Apache Struts 2 2.3.x prima della 2.3.32 e 2.5.x prima della 2.5.10.1. A sfruttarla è il malware JexBoss. È uno dei principali vettori di attacco per la diffusione del
ransomware SamSam, e la versione open source è disponibile gratuitamente su GitHub.
Windows e SharePonint
Microsoft è protagonista anche delle falle in quinta e sesta posizione. La quinta, CVE-2019-0604, affligge SharePoint ed è associata al malware China Chopper. Si tratta di una Web Shell comunemente utilizzata da gruppi cinesi sponsorizzati, per il controllo remoto dei server Web. Fra le funzionalità di cui dispone ci sono gli attacchi brute force e l'offuscamento del codice.
CVE-2017-0143 interessa invece svariate versioni di Windows: Vista SP2; Server 2008 SP2 e R2 SP1; Windows 7 SP1; Windows 8.1; Windows Server 2012 Gold e R2; Windows RT 8.1; e Windows 10 Gold, 1511 e 1607; e Windows Server 2016. È preoccupante perché è sfruttata da malware multipli che si basano sul
kit di exploit EternalBlue. È un nome che fa paura, dato che è l'exlpoit dietro a
Wanna Cry. Quest'ultimo non solo contina a colpire, ma
bersaglia l'Italia più di altri Paesi europei.
Tra l'altro, è proprio di queste ore la notizia di Kaspersky secondo cui
nel 2019 WannaCry si è confermata una delle famiglie di ransomware più diffuse. Il 30% delle sue vittime sono aziende.
Adobe si piazza settima
La settima posizione è riservata ad Adobe Flash Player. La vulnerabilità in oggetto è la CVE-2018-4878 e riguarda le versioni del software antecedenti la 28.0.0.161. A sfruttarla è DogCall, sfruttato da un gruppo che si ritiene agisca per conto del governo nordcoreano. È un trojan di accesso remoto (RAT) usato per lo più per lo spionaggio militare.
Chiudono .NET Framework e Drupal
Microsoft torna protagonista con le vulnerabilità CVE-2017-8759 e CVE-2015-1641. La prima riguarda Microsoft .NET Framework 2.0, 3.5, 3.5.1, 4.5.2, 4.6, 4.6.1, 4.6.2 e 4.7. La seconda svariate versioni di Word. A sfruttarle sono rispettivamente Inspy (Spy), WingBird (backdoor) e Toshliph (trojan), UWarrior (RAT).
Fanalino di coda della classifica è la CVE-2018-7600, che affligge le versioni di Drupal antecedenti la 7.58, quelle 8.x prima della 8.3.9, le 8.4.x prima della 8.4.6 e la versione 8.5.x antecedente la 8.5.1. è associata al ransomware Kitty. Come la stragrande maggioranza dei malware, crittografa i dati rendendoli inutilizzabili. Durante la crittografia, rinomina i file compromessi aggiungendo l'estensione ".kitty" e genera un file di testo con le istruzioni per il riscatto.