La sicurezza è un elemento critico nella gestione dei grandi agglomerati urbani e richiede un approccio mirato. Ecco perché nasce il concetto di Safe City.
Si parla ormai da tempo di
Smart City, le cosiddette città intelligenti, ma l’aumento della densità della popolazione e delle criticità ad esso correlata hanno portato negli ultimi anni all’elaborazione del concetto di
Safe City.
Il richiamo alla
sicurezza è pressoché immediato, ma va sicuramente inteso in una
relazione biunivoca tra città e cittadino. Se da un lato infatti riguarda i servizi messi in atto dalle Pubbliche Amministrazioni per fronteggiare e prevenire situazioni di rischio e di pericolo, dall’altro una città può davvero dirsi “safe” solo nel momento in cui questi stessi servizi sono in grado di trasmettere al cittadino
una percezione di sicurezza. E non è così scontato che realtà e percezione della realtà vadano di pari passo.
Sicuri vuol dire informati
Quello di “safe city” è poi un concetto che non può essere legato semplicemente alla capacità delle Pubbliche Amministrazioni di
gestire situazioni critiche particolari, come ad esempio atti terroristici o situazioni di emergenza ambientale.
Un cittadino si sente sicuro nel momento in cui
conosce la realtà in cui vive, anche solo temporaneamente, da turista: ha gli strumenti per sapere dove si trova all’interno della città, che sta per scatenarsi un forte temporale, che su un determinato percorso troverà dei rallentamenti del traffico, un dissesto dell’asfalto, assenza di mezzi pubblici, musei nelle vicinanze. E via dicendo.
Le tecnologie a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni per
il monitoraggio, la raccolta e l’invio di informazioni al cittadino sono molte: dai pannelli a messaggio variabile, ai sistemi che inviano segnali in WiFi a turisti e cittadini, telecamere, sistemi audio per la gestione del traffico, sensori ambientali, lampioni a led dimmerabili a seconda delle condizioni di visibilità. L'offerta tecnologica è ampia.
Il nodo dell'integrazione
La sostenibilità dei nuovi modelli urbani non può però prescindere dall’
integrazione delle nuove tecnologie, a garanzia sia dell’efficienza nella gestione dei servizi e delle emergenze, sia del coordinamento tra gli operatori delle forze di sicurezza pubblica e
tutti gli attori che partecipano al buon funzionamento della città: chi gestisce i trasporti, chi le utilities, chi le telecomunicazioni, chi gli ospedali, chi le scuole e la Pubblica Amministrazione in genere.
Una safe city “intelligente” integra cioè le tecnologie, le risorse e i processi operativi per
favorire la cooperazione tra i soggetti e per permettere di reagire tempestivamente a situazioni sia di emergenza che di routine.
Alberto Bruschi è South Europe Regional Manager di Milestone Systems
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