I benefici del lavoro da casa stanno portando molte aziende a pensare di cambiare il modello di business, sempre più flessibile e cloud oriented.
Il
lavoro da casa potrebbe diventare la nuova normalità, nonostante la maggior parte delle aziende sia preoccupata per i rischi per la sicurezza legati a questa nuova modalità operativa. Sono alcune delle informazioni emerse ha una ricerca di mercato condotta da Pulse Secure. Le interviste hanno coinvolto oltre 400 professionisti IT e leader della sicurezza in settori come i servizi finanziari, l'assistenza sanitaria, la produzione, l'high-tech, il governo e l'istruzione.
Le risposte permettono di farsi un quadro generale piuttosto chiaro sulle modalità in cui è stata condotta la transizione verso il Work From Home, sui problemi di cyber security incontrati e sulle aspettative future. I dati riguardano gli Stati Uniti, ma sotto molti aspetti non sono lontani dalla situazione italiana.
A partire da quello sulla differenza pre e post pandemia, dov'è evidente un importante
spostamento della forza lavoro dall'azienda all'ufficio domestico. A fronte del 63% che lavorava in ufficio, ora il 75% degli impiegati lavora da casa. Sebbene molti
non fossero preparati ad affrontare quello che è accaduto, nel 54% dei casi è bastata una settimana per mettere i dipendenti in condizione di poter lavorare da casa.
Ora che il 79% delle aziende è adeguatamente preparata per il lavoro da casa, il 69% guarda ai rischi per la sicurezza. Le tecnologie per abbassare il rischio non mancano: nella maggior parte dei casi sono presenti antivirus e antimalware,
firewall,
VPN e
autenticazione a più fattori. Sappiamo però che questo non è sufficiente.
Le attività stesse svolte dai dipendenti che lavorano da casa possono aprire le porte alle minacce. Nell'ordine, si parla di file sharing,
applicazioni web,
videoconferenze, social media. Tutte attività prese di mira da
malware,
phishing, siti malevoli e furti di identità. E favorite dai sistemi non aggiornanti. Nessun dato è nuovo, le percentuali fanno comprendere il livello di consapevolezza delle aziende.
Inoltre, il 59% delle aziende riconosce che la consapevolezza degli utenti e i corsi di
formazione hanno un'importanza prioritaria. Che le reti
Wi-Fi domestiche non sono sicure (56%) e che l'uso di
dispositivi personali può essere fonte di problemi (43%).
Il futuro dopo il COVID
Passiamo al futuro. Il 54% delle aziende intervistate reputa che la pandemia abbia
accelerato la migrazione verso il cloud. E il 38% ha visto in
incremento di produttività con il lavoro da casa. Questo si riflette in due aspetti che anche i manager italiani sottolineano spesso. COVID-19 sta cambiando il modo delle aziende di fare business. Da una parte gli investimenti fatti oggi per consolidare quanto messo in atto nella Fase 1 sono per lo più rivolti al cloud, per garantirsi maggiore flessibilità.
Dall'altra è possibile, se non probabile, che una volta terminata del tutto l'esigenza sanitaria molti lavoratori
continueranno a lavorare da casa. In molti casi si è visto un contenimento dei costi associato a un aumento della produttività. Ragionando in quest'ottica, nei prossimi 12 mesi il 55% delle aziende farà investimenti per innalzare la sicurezza nell'ottica del lavoro da casa.
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