Una ricerca rivela che la gestione della sicurezza cloud è da migliorare. Troppi errori nella configurazione e nella gestione degli accessi.
Negli ultimi 18 mesi, l'80% delle aziende ha subito una
violazione dei dati in cloud. Il 43% ha subito 10 o più violazioni. L'informazione emerge da un sondaggio condotto da IDC con 300 CISO di aziende impiegati in banche, assicurazioni, sanità, farmaceutica e altro. Hanno svelato anche i motivi delle violazioni:
configurazioni errate della sicurezza (67%), mancanza di un'adeguata visibilità sulle impostazioni e le attività di accesso (64%) ed errori nella gestione degli accessi (61%).
I dati fotografano una situazione tristemente nota, per la quale esistono le soluzioni. Tutto deve partire dall'assunto che il cloud
non è sicuro per definizione, quindi i dati in cloud vanno gestiti sotto l’aspetto della sicurezza, come e più di quelli on-premise.
Molti se ne dimenticano, soprattutto in questa fase in cui COVID-19 ha dato una
forte spinta al cloud, e si moltiplicano le soluzioni ibride. In questi casi è importante
mettere tutto in sicurezza con un’unica soluzione che garantisca la piena visibilità sia della parte cloud sia di quella on-premise. Chi acquista soluzioni per la sicurezza sul cloud slegate da quelle per la sicurezza aziendale commette un errore.
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L'errore si manifesta poi nelle
configurazioni errate della sicurezza, nella mancanza di visibilità e negli errori nella gestione degli accessi. È da qui che deriva, ad esempio, il fatto che l'80% dei CISO ammette di non essere in grado di identificare un accesso eccessivo ai dati sensibili negli ambienti IaaS/PaaS.
In merito agli accessi c'è un altro problema annoso che è spesso sottovalutato. Il fatto che vengono concesse autorizzazioni di accesso eccessive con troppa facilità. Dovrebbe essere sempre preponderante
l'approccio dei privilegi minimi. Se a un utente o a un gruppo di utenti si concedono privilegi elevati per un progetto, è necessario, terminato il progetto, tornare al livello originario.
Concedere
privilegi che non sono necessari ai fini della produttività di una persona agevola i cyber criminali. Se violano un account con permessi di amministratore possono distribuire agevolmente malware in più aree della rete e causare danni enormi, fino al blocco totale dell'azienda stessa.
Ecco perché IDC evidenzia tre priorità sulla sicurezza cloud: il monitoraggio della conformità, la gestione delle autorizzazioni e quella delle configurazioni di sicurezza. in quest'ultimo ambito, gli aspetti importanti sono il mantenimento della riservatezza dei dati sensibili, la conformità alle normative e un
corretto livello di accesso.