Diversi impianti produttivi di Honda sono stati messi in crisi da un attacco ransomware basato su Ekans. La situazione è ancora in evoluzione.
Articolo aggiornatoNon esistono conferme ufficiali. Ma
Honda sembra proprio essere stata oggetto di un importante
attacco ransomware. L'attacco avrebbe colpito principalmente le sedi europee, giapponesi e statunitensi della casa giapponese. Bloccandone le attività in rete per tutta la giornata di lunedì e parzialmente di oggi. L'attacco, riporta
Reuters, avrebbe spinto Honda a
chiudere alcuni stabilimenti produttivi. E a verificare che i suoi sistemi di assicurazione qualità non siano stati compromessi.
L'interruzione dei servizi
non ha riguardato solo la parte produttiva ma anche altri servizi. Molti utenti hanno segnalato ad esempio di non essersi potuti collegare ai portali web dei servizi finanziari. O di non aver potuto contattare i centralini del servizio clienti.
Sempre secondo Reuters, ancora oggi diversi stabilimenti in
Turchia, India e Brasile non sono in grado di operare normalmente. In queste condizioni è anche il suo principale impianto statunitense, in Ohio. Honda non ha confermato l'attacco ma ha indicato che "
Domenica 7 giugno 2020, Honda ha riscontrato una interruzione in una rete di computer che ha colpito le attività in Europa e Giappone". Indagini tecniche in merito sono in corso, spiega la società.
Altre fonti indicano che Honda è stata colpita con una infezione diffusa del
ransomware Ekans. Una infezione abbastanza grave da bloccare alcuni sistemi automatizzati di produzione. Ekans è noto per essere il primo ransomware
progettato per colpire in modo specifico applicazioni software collegate ai sistemi ICS di controllo industriale. L'esistenza di un
attacco mirato a Honda sarebbe confermato dalle caratteristiche del codice di alcuni campioni di Ekans rilevati di recente.
Anche gli operatori del ransomware
non hanno confermato l'attacco. Ma non l'hanno nemmeno smentito, il che lascia pensare che non vogliano puntare il dito contro Honda
in attesa che la società paghi il "riscatto" richiesto. Nascondendo così l'incidente. Appare però poco probabile che Honda paghi, dato che il problema è già venuto alla luce.
Non è la prima volta peraltro che le attività di Honda sono bloccate da un attacco ransomware. Nel 2017 alcuni impianti vennero colpiti dall'epidemia di WannaCry. Il caso della società giapponese ricorda poi da vicino quello dell'europea Norsk Hydro. Anch'essa ha avuto gli impianti produttivi
bloccati da un ransomware. Nel suo caso per diverse settimane, con danni valutati per diverse decine di milioni di euro.
Aggiornamenti
Honda ha
confermato l'attacco cyber alla sua rete. Ha sottolineato che al momento non sembrano esserci state
esfiltrazioni di dati e che si sta lavorando per tornare alla normalità. Non sono stati ovviamente dati dettagli precisi sulla dinamica dell'attacco. Si sa solo che un
server interno è stato attaccato dall'esterno. E che dopo questo attacco un malware si è diffuso su tutta la rete Honda.
Le attività di Honda sono tornate alla normalità in tutto il mondo la mattina del
12 giugno. Le conseguenze dell'attacco sono quindi durate circa 5 giorni. Honda non ha comunicato i risultati delle sue indagini interne. Ma ha indicato che le informazioni legate ai suoi clienti "non sembra siano state interessate" dall'attacco.
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