Anche sugli eshop italiani sono in vendita telecamere di sicurezza con software di gestione vulnerabili. Ecco alcuni dei modelli a rischio.
In Europa ci sono più di
700.000 telecamere di sicurezza wireless installate nelle case e nelle aziende, che sono
vulnerabili alle minacce informatiche. 100.000 si trovano solo nel Regno Unito, dove negli ultimi tre mesi ne sono state attivate oltre 12.000. Sono questi alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta dall'organizzazione per la difesa dei consumatori
Which?
I prodotti di circa 47 marche note hanno software di gestione come CamHi, Accfly, ieGeek, Genbolt, Elite Security e SV3C e sono liberamente in vendita online su canali di e-commerce popolari come Amazon, eBay e Wish.com. Fra i marchi segnalati ci sono Dericam, Luowice, CPVAN, Ctronics, COOAU, Jennov, LEFTEK, e Tenvis che si trovano facilmente anche in Italia.
Il problema è che una serie di vulnerabilità potrebbe consentire ai cyber criminali di
spiare gli utenti, rubare dati personali, cambiare la password di gestione e altro. Sono proprio le falle di sicurezza del software di gestione a costituire un rischio per la sicurezza. Fra le attività più inquietanti, un cyber criminale potrebbe persino
individuare la posizione esatta di un'abitazione e usare il microfono integrato per parlare con le persone all'interno di essa.
Which? ha condotto dei
test con cinque differenti telecamere di sicurezza wireless e ha confermato il potenziale livello di compromissione denunciato. Stando ai dati pubblicati, qualsiasi fotocamera wireless che utilizza l'applicazione CamHi potrebbe essere compromessa.
Questa denuncia riaccende i riflettori sulla scarsa
sicurezza dei dispositivi IoT e sul fatto che chi ne fa uso dovrebbe per lo meno assumere tutti i provvedimenti possibili per tutelarsi. La prima cosa da fare è
modificare le password. La maggioranza delle telecamere wireless ha password deboli, come "admin".
Ammesso che il produttore pubblichi aggiornamenti software, è sempre bene installarli il prima possibile: non è una garanzia di sicurezza, ma è un tentativo per tutelarsi che vale la pena fare. In ultimo, qualora dovesse sorgere il sospetto che qualcosa non vada come dovrebbe, meglio scollegare il dispositivo dalla rete. Gli utenti più attenti potrebbero collegare il prodotto IoT a una rete differente rispetto a quella dei computer con cui si lavora o si fanno attività di home schooling.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
SecurityOpenLab.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.
Rimani sempre aggiornato, seguici su Google News!
Seguici