Gli attacchi DDoS si riconfermano una delle tecniche più efficaci per mettere in ginocchio fornitori di servizi e aziende. Ecco le statistiche del primo trimestre e l'attacco record fronteggiato da Akamai.
Nel primo trimestre 2020 gli
attacchi DDoS sono aumenti di oltre il 542% rispetto all'ultimo trimestre del 2019. Il confronto con lo stesso periodo del 2019 vede un +278% (dati NexusGuard). Numeri che confermano come gli attacchi distribuiti siano una delle tattiche più sfruttate (insieme a
phishing e
malware) per insidiare le aziende e soprattutto i service provider. Le campagne bersagliano principalmente i
fornitori di hosting e le aziende.
Il dettaglio a questo riguardo è fornito da
Akamai: gli attacchi più imponenti sono stati perpetrati ai danni di Internet provider e fornitori di telecomunicazioni. Un numero maggiore di attacchi, ma di minore entità, ha interessato il settore del gaming, seguito dai servizi finanziari.
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Akamai specifica che complessivamente gli attacchi DDoS
sono cresciuti in volume e frequenza. Giornalmente si registrano attacchi da 100 gigabit per secondo. In taluni casi, fortunatamente rari, si sono verificati attacchi di oltre 1 terabit per secondo.
Ne è un esempio l'attacco rilevato e mitigato proprio da Akamai il 4 giugno scorso. È stato un attacco da 1,44 TBPS e 385 milioni di pacchetti per secondo, durato circa 2 ore. È stata un'azione pianificata al dettaglio per massimizzarne i danni, sviluppata attraverso
9 diversi vettori d'attacco. Di norma un attacco DDoS ne usa uno, massimo 3. Il traffico è stato distribuito in tutto il mondo, con una diffusione geografica che ha superato persino quella della
botnet Mirai.
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L'attacco in questione detiene al momento il primato come più grande attacco DDoS da pacchetto al secondo. Il dato fa riflettere, perché sembrerebbe che i cyber criminali si stiano concentrando sull'implementazione di attacchi con bit più bassi e pacchetti superiori al secondo, per mettere sotto pressione i punti deboli nelle tecniche di mitigazione DDoS.
La maggior parte degli attacchi tuttavia è di entità minore. Dal 1 gennaio al 1 marzo Akamai ha bloccato 910 attacchi DDoS. Fra questi, uno a febbraio raggiungeva 288 gigabit per secondo e uno a marzo ha raggiunto i 412 gigabit per secondo. Tra marzo e giugno sono stati mitigati oltre 1.700 attacchi.
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I ricercatori di NexusGuard, oltre agli attacchi DDoS tradizionali, hanno rilevato modelli di traffico anomali. S'intende il traffico generato da dispositivi infetti e quello ottenuto sfruttando resolver aperti (DNS, DLAP, eccetera) per creare
piccoli attacchi di breve durata che vengono definiti "killer invisibili". La loro efficacia è dovuta al fatto che spesso gli ISP trascurano queste minacce, che vanno a segno più facilmente di un attacco su larga scala. In particolare, il 67% degli attacchi DDoS rientra nell'intervallo di dimensioni compreso fra 1 e 5 Gbit per secondo ed è più breve di 15 minuti.
Ricordiamo infine l'altro episodio che ha fatto notizia. Ha
interessato AWS, che a febbraio è stata colpita da un attacco CLDAP reflection da 2,3 Tbps. Una anomalia come confermato dalla stessa Amazon, che fronteggia migliaia di attacchi, generalmente molto più contenuti.