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Venti anni di carcere per gli attacchi al sistema bancario USA

In tre anni un cyber criminale russo ha rubato i dati di oltre 100 milioni di clienti di istituti bancari statunitensi

Business Consumer Tecnologie/Scenari
Un hacker russo ha ammesso di essere l'autore del più grande attacco informatico conosciuto contro una banca statunitense. Si è dichiarato colpevole per avere derubato i dati di oltre 100 milioni di clienti di 12 società finanziarie e istituti bancari. Tra queste E-Trade Financial, Dow Jones & Co, e JPMorgan Chase & Co.

Andrei Tyurin, 36 anni, è stato arrestato in Georgia ed estradato negli Stati Uniti, dov'è accusato di cospirazione, intrusione in reti informatiche, frode, gioco d'azzardo online illegale e pirateria informatica. Per gli attacchi al sistema finanziario statunitense, il Governo chiederà da 15 a 20 anni di carcere. Il verdetto sarà comunicato il 13 febbraio 2020.

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Secondo l'accusa, l'associazione a delinquere era coinvolta anche in altre attività digitali illecite, compresi il furto di identità e la vendita online di software dannoso. Tyurin ha accettato di restituire oltre 19 milioni di dollari, calcolati sulla base dei dialoghi intercettati fra lui e i complici. A incastrare la banda, più di 3000 pagine di chat digitali in russo e i dati delle aziende che documentano l'intrusione nelle loro reti.

Nella spartizione dei compiti, Tyurin era il genio dell'hacking, Gery Shalon la mente. Secondo la ricostruzione processuale, sarebbe stato Tyurin a condurre, dal 2012 a metà 2015, una massiccia campagna di hacking informatico con la sottrazione dei dati di oltre 100 milioni di clienti. Gery Shalon avrebbe poi usato queste informazioni per promuovere attività illegali. Una di queste era la frode sui titoli, perpetrata gonfiando artificialmente il prezzo di alcune azioni quotate in borsa. Erano pubblicizzate in modo ingannevole e fuorviante ai clienti degli istituti bancari e finanziari, vittime dell'attività di hacking di Tyurin. ‎

L'accusa ha spiegato in una dichiarazione alla stampa che "quasi tutte le attività illegali [intraprese dal gruppo] hanno sfruttato i dati delle campagne di hacking informatico di Tyurin. Mediante vari schemi criminali, Tyurin, Shalon e soci hanno intascato centinaia di milioni di dollari in proventi illeciti". Al momento dell'arresto, Shalon aveva depositato svariati milioni di dollari in conti bancari in Svizzera, Georgia, Cipro, Lussemburgo e Lettonia.
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