Continuare a usare Windows 7 nelle reti aziendali è troppo rischioso e attacchi mirati sono già stati effettuati
Continuare a mantenere sistemi con
Windows 7 nelle reti aziendali è un
rischio crescente per la cyber security. Lo si sapeva già, perché mantenere in funzione qualsiasi sistema operativo che è andato in "end of life" non è una buona idea.
Le patch di sicurezza sono sempre meno disponibili, quindi i nodi di rete con quel sistema operativo sono sempre più vulnerabili a possibili attacchi. Senza poi contare che anche i software di protezione possono non essere più aggiornati, per le piattaforme troppo datate.
Windows 7 è passato a "fine vita" lo
scorso gennaio ed è quindi un sistema operativo a rischio. Per gli analisti del
FBI le aziende
non devono essere abbastanza consce del problema. Perché il Bureau ha pubblicato un documento specifico indirizzato alle imprese. Dal titolo abbastanza esplicativo: "
Computer Network Infrastructure Vulnerable to Windows 7 End of Life Status, Increasing Potential for Cyber Attacks".
Il
documento spiega che Windows 7 stia diventando man mano più debole "
per la mancanza di aggiornamenti di sicurezza e la scoperta di nuove vulnerabilità". Certo aggiornare i propri sistemi non è sempre banale, ammette il documento del FBI. Ma "
questi problemi non sono più importanti della perdita di proprietà intellettuale e delle minacce ad una azienda". Ci si riferisce ad esempio al fatto che in ambito Sanità si è osservata una crescita nel numero di sistemi compromessi quando il loro sistema operativo è diventato obsoleto.
Quando questo è accaduto per Windows XP nel 2014, spiega il documento, l'anno successivo la Sanità vide un notevole
aumento nel furto di dati personali. Il problema si presenta in modo rilevante anche ora. Secondo il documento, a maggio dell'anno scorso il
71% dei device Windows usati nelle organizzazioni sanitarie adottava un sistema operativo che è diventato obsoleto a inizio 2020. Le cifre sono relative ovviamente al mercato USA, ma sono estendibili anche altrove.
Secondo gli analisti del FBI, Windows 7 resta un "bersaglio facile" perché molte aziende utenti non hanno nemmeno eseguito gli aggiornamenti di sicurezza disponibili quando il sistema operativo era supportato.
Men che meno lo faranno adesso che il supporto non c'è più. Un rischio notevole, come è stato dimostrato ad esempio dalla virulenza degli attacchi basati su
exploit RDP e legati alla vulnerabilità
BlueKeep. O dall'efficacia del ransomware
WannaCry, che ha colpito in larghissima maggioranza sistemi Windows 7.
Attualmente l'unico modo per mantenere Windows 7 aggiornato lato sicurezza è
acquistare un piano Extended Security Update (ESU). Che offre, a pagamento, protezione sino a gennaio 2023. Una opzione che Microsoft ha reso disponibile forse considerando che la quota di sistemi ufficialmente obsoleti ma ancora in uso resta rilevante. Secondo le analisi NetMarketShare, a luglio 2020 deriva da sistemi Windows 7
poco più del 23% del traffico web globale. Cosa particolarmente preoccupante, tra dicembre 2019 e febbraio 2020 - quindi a cavallo del "end of life" - la quota di Windows 7 è calata solo dal 30% al 25%. E da allora
varia poco. Segno che abbandonare Windows 7 resta complicato.
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