Proteggere i dati non è in contrasto con la trasformazione digitale. Anzi, svecchiare i sistemi di gestione e protezione dei dati può essere la chiave per rendere l’azienda più sicura ed efficiente.
Nonostante la grave minaccia costituita dal
ransomware, le aziende non devono rallentare il processo di digital transformation, perché esistono soluzioni e strategie adatte per proteggere i dati. È questo il messaggio di Daniel Fried, General Manager e Senior Vice President EMEA and Worldwide Channels di
Veeam.
In effetti i dati sul ransomware spaventano: uno studio effettuato da Cybersecurity Ventures stima che
nel 2021 ogni 11 secondi un'azienda cadrà vittima di un attacco ransomware. Al netto delle spese per il blocco delle attività ed eventuali data breach, il
costo medio del riscatto è di 111.000 dollari, superiore di circa un terzo rispetto a inizio 2019. Questo spiega perché il 31 percento dei decision maker in EMEA considera le minacce informatiche come una sfida primaria nei prossimi 12 mesi.
Una sfida difficile
Il primo ostacolo per vincere questa sfida è la
mancanza di tempo e di budget. Una ricerca Veeam rivela che il 47 percento dei decision maker IT nelle aziende EMEA denuncia una mancanza di competenze tale da impedire di fatto il prosieguo del processo di trasformazione digitale. Spesso il personale presente è appena sufficiente per sbrigare le incombenze quotidiane, quindi le nuove iniziative si bloccano. Anche perché, oltre al personale, manca budget.
Questo, unito alla paura che gli attacchi informatici compromettano i dati, frena la necessaria digitalizzazione per superare il momento pandemico. L’intervento di Fried ha lo scopo di inserire i cyber attacchi in un’ottica di gestibilità.
Innanzi tutto, nel momento in cui si pianifica una trasformazione digitale è inevitabile programmare delle sessioni di formazione per preparare i dipendenti all’uso dei nuovi strumenti. Bisogna sfruttare questa fase per includere nozioni sulla
gestione delle minacce informatiche. È un passaggio importante perché i cyber attacchi non sono materia esclusiva del reparto IT. Tutti dipendenti possono costituire la prima linea di difesa: se viene insegnato loro a riconoscere e gestire le email di
phishing, è più facile ostacolare il lavoro dei criminali informatici.
Cloud Data Management
Spesso si associa l’aumento del rischio con la migrazione cloud. È vero in parte, nel senso che questo accade se non si effettua una giusta configurazione degli asset e non si attivano soluzioni che permettono una visibilità completa sull’infrastruttura, che nella maggior parte dei casi è ibrida. Tuttavia, se a compiere questi passaggi sono professionisti esperti, la gestione dei dati in cloud può addirittura
aiutare le aziende a rimediare e a mitigare il ransomware.
Ricordiamo che il settore della gestione dei dati è visto spesso come fattore per la riduzione del rischio. Tramite soluzioni di Cloud Data Management è possibile garantire che i dati siano sottoposti a backup, replicati e ripristinabili in tutte le soluzioni IT e cloud utilizzate dalle aziende.
Il compito di queste ultime, a corto di personale, resta quello di
gestire le risorse in modo intelligente. Consiste nel comprendere dove le competenze IT richieste sono meglio spese, quali attività possono essere
automatizzate per sgravare di lavoro i dipendenti. Ricordiamo, infatti, che le soluzioni moderne per la gestione e la sicurezza dei dati comprendono molti processi automatici che una volta erano eseguiti manualmente, con grade dispendio di tempo ed energie, oggi dedicabili ad altro.
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