Una intervista con Roberto Pozzi, Vice President Southern Europe, Cristiano Voschion, Country Manager Italy, e David Gubiani, Regional Director Sales Engineering - EMEA Southern & Israel di Check Point Software Technologies mette a fuoco tutto quello che c’è da sapere su Check Point in Italia.
Una visione innovativa che si consolida, si rafforza e si rinnova grazie all’integrazione delle nuove tecnologie, contrapposta a un’attenzione per il cliente che da 30 anni resta ad altissimo livello. È questa la connotazione di Check Point Software Technologies che ha voluto sottolineare Roberto Pozzi, Vice President Southern Europe di Check Point Software Technologies in concomitanza con l’evento viennese CPX2024 che ha riportato in presenza oltre 4.000 fra partner, clienti, giornalisti.
L’occasione è ottima anche per presentare le novità della country italiana, da poco affidata alla guida di Cristiano Voschion, Country Manager Italy di Check Point Software Technologies, che consoliderà il lavoro decennale sul nostro territorio rafforzando le relazioni in essere e stringendone di nuove sia per quanto riguarda i rapporti diretti con i clienti sia per il canale.
Pozzi si sofferma sul posizionamento del brand, sulla strategia e sulla vision aziendale di una realtà che ha il grande vantaggio di poter fare leva sulla sua presenza trentennale nel mercato italiano per farsi valere in un settore estremamente competitivo e dominante nel panorama produttivo attuale e futuro, perché come sottolinea il manager “l'andamento del business è dipendente ormai da quanto riusciamo a proteggere le nostre aziende, la cybersecurity è un elemento che non può essere trascurato”. Al netto di questo dato di fatto, “non sempre la protezione è facile da costruire, perché ci sono alcune situazioni ideali in cui l'azienda dispone di budget, processi e risorse per poter andare in questa direzione, altri in cui non è così e c'è ancora parecchio da fare”. È in entrambi i casi che l’esperienza e la presenza costante del fornitore di tecnologia fa la differenza, con un peso notevole non solo nella scelta delle soluzioni ma proprio nella fiducia che il cliente può porre in esse.
Uno dei pilastri di Check Point che Pozzi sottolinea è la piattaforma unica, “perché lavorare con tante tecnologie è diventato impossibile”. Superato il tempo del best of breed, oggi è necessario concentrare il più possibile l’attenzione su una sola dashboard che riassuma in un colpo d’occhio quello che succede, le motivazioni e le soluzioni. La piattaforma Infinity concretizza questa filosofia offrendo una visione della cybersecurity a 360 gradi su hardware e software, e integrando sia tecnologie storiche quali SASE e Zero Trust, sia quelle di ultima generazione come la GenAI. Una piattaforma che si arricchisce di continuo grazie anche alle molte acquisizioni finalizzate dall’azienda, e che nella sua evoluzione si muove sempre di più nella direzione del mercato, permettendo a Check Point di distinguersi dai competitor, che sono ancora legati a 5, 6, 7 console differenti. “Ormai il mercato ci vede come un'azienda che è in grado di fornire soluzioni ben più ampie e complete di quanto possa fare un fornitore di firewall. Appliance hardware che peraltro sono ancora richiesti dal mercato perché ricordiamo che quando si parla di cloud si parla di firewall virtuali. In questa accezione è innegabile il dominio di Check Point, che risulta semmai avvantaggiata dalla integrazione con la piattaforma Infinity”.
Quanto all’andamento del business, Pozzi chiude ricordando che il mercato sta andando bene, che Check Point ha chiuso un anno fiscale molto positivo sia in generale sia per l’area geografica di sua competenza. “Adesso il challenge è tornare a casa e sfidare la concorrenza per portare in casa nuove e interessanti opportunità”.
Cristiano Voschion assume la guida della country dopo tre anni di lavoro con la parte di Harmony a livello EMEA. Si tratta quindi di un profondo conoscitore dell’azienda, delle soluzioni, dei clienti e delle dinamiche di questo mercato, che può garantire continuità e stabilità ai clienti. Fra gli obiettivi per il 2024 che Voschion si è posto per l’Italia spiccano il focus sul comparto large enterprise del mercato e il potenziamento del canale. Per quanto concerne il primo aspetto, il cliente medio grande cerca un contatto diretto con il fornitore di tecnologia in generale e di cybersecurity in particolare, da qui un rafforzamento delle risorse a disposizione.
Sul fronte del canale, Voschion vede una risorsa di fondamentale importanza per la prossimità geografica e una interfaccia inestimabile verso le realtà più piccole del territorio, non raggiungibili direttamente in maniera capillare. Nel suo nuovo ruolo, Voschion ha semplificato la struttura del canale che era eccessivamente articolata, in modo da snellirla e rendere più agevole il lavoro degli operatori. Il nuovo programma è premiante, in linea con risorse, skill, competenze di Check Point.
Per il resto non sono necessarie grandi rivoluzioni, dato che “proponiamo sul mercato il pacchetto completo di piattaforma e soluzioni di cui necessitano i clienti con l’esigenza di consolidamento, con il vantaggio di una grande storia di tecnologia e di una grande esperienza pregressa”.
Il focus sull’enterprise non trascura l’SMB, che gioca un ruolo cruciale nel tessuto produttivo nazionale e sul quale Check Point mantiene un’attenzione di alto livello. Come sottolinea David Gubiani, Regional Director Sales Engineering - EMEA Southern & Israel di Check Point Software Technologies, questo importante comparto di mercato è affidato agli Infinity Global Services, servizi consulenziali di alto livello a disposizione dei clienti. Si parla per esempio dei Solution Architect per quei clienti che devono sviluppare una architettura, e di tutto il novero degli MSSP, che sono partner deputati a fornire servizi in parte erogati da Check Point e in parte gestiti direttamente dai partner per conto di clienti che non hanno il tempo, le risorse e le competenze per occuparsi internamente della parte di security. In questo senso “il programma MSP sarà rafforzato – spiega Gubiani - perché ci crediamo molto. In tutte le nazioni in cui è stato avviato sta andando tantissimo, perché la piccola e media impresa ha l’esigenza stringente di adeguarsi alle normative e di rendere resiliente il proprio business, possibilmente prima che si verifichi un attacco con costi molto più alti di quello che sarebbe stato un investimento oculato in protezione proattiva”.
David Gubiani, Regional Director Sales Engineering - EMEA Southern & Israel di Check Point Software Technologies
La ripartizione presentata dalla nuova leadership, quindi, rappresenta un approccio multilivello che avvantaggia sia il cliente enterprise che quello medio piccolo, che “ha le stesse necessità e corre gli stessi rischi di un cliente medio grande, pur non avendo un budget paragonabile”. La mission aziendale è quindi univoca, come rimarca Voschion: “mettere in sicurezza i nostri clienti e averne cura lavorando continuativamente fianco a fianco per comprendere esigenze e obiettivi da realizzare insieme”.
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L’ultimo argomento su cui Gubiani invita a riflettere è relativo all’affidabilità. A tale proposito il manager si rifà ai dati pubblici sui tempi di patching delle vulnerabilità da parte di Check Point, inclusi nel recente Security Report 2024. “Con i nostri prodotti proteggiamo i clienti, ma per farlo è indispensabile che le nostre soluzioni non siano vulnerabili, nonostante l’importante quantità di attacchi a cui sono soggette. Per questo siamo particolarmente reattivi nell’individuare e chiudere le falle zero-day. Questo ci ha permesso di non avere mai subìto finora alcuna violazione condotta sfruttando falle nei nostri prodotti”. Un primato notevole, che Gubiani cavalca per lanciare una stoccata ai diretti concorrenti, che proprio nella chiusura delle falle “registrano tempistiche ufficiali e documentate ampiamente più prolungate delle nostre”.